Accordo raggiunto tra Federmeccanica e sindacati sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Dopo una discussione protrattasi per tutta la notte, industriali e Fim, Fiom e Uilm hanno sciolto anche l’ultimo nodo sul tappeto: l’incremento salariale. Si è stabilito, infatti, che i lavoratori percepiranno un aumento in busta paga di 100 euro, divisi in tre tranche: 60 euro subito, 25 euro a ottobre e 15 a marzo. A questo si aggiunge una ’una tantum’ per la vacanza contrattuale di 320 euro. Industriali e sindacati hanno sciolto anche la parte relativa ad aumenti salariali dedicati a quei lavoratori senza contrattazione integrativa e hanno stabilito che, in via sperimentale, e solo per il 2006, a quanti non facciano contrattazioni di secondo livello e non percepiscano superminimi vadano 130 euro, circa 13 euro al mese in più. L’accordo raggiunto sarà ora valutato dalla cosiddetta ‘assemblea dei 500’ composta da membri di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, convocata per il 20 gennaio a Roma. Dopo la valutazione, i sindacati inizieranno le assemblee informative nei posti di lavoro per poi sottoporre l’intesa al referendum, che si svolgerà a metà febbraio. La firma è arrivata dopo tredici mesi di trattativa e grazie a un ‘rush’ finale durato più di 12 ore. “Sono tanto soddisfatto, soprattutto per i 100 euro di aumento che arrivano al termine di un lungo periodo di lotta”. E’ il leader della Uilm, Tonino Regazzi, a commentare così l’accordo. A soddisfare il sindacato, oltre all’aumento salariale, anche il fatto di essere riusciti a portare a casa l’accordo sperimentale che attribuisce 130 euro per il 2006 ai lavoratori senza contrattazione integrativa e senza superminimi. Buono anche il giudizio della Fiom Cgil. “Valutiamo positivamente l’accordo - dice il leader delle tute blu della Cgil, Gianni Rinaldini - anche se ci riserviamo di vedere i testi. L’aumento di 100 euro è quanto da noi auspicato. Anche sulla parte normativa - spiega ancora - abbiamo respinto le richieste di Federmeccanica, come quelle sui permessi annuali retribuiti e l’intenzione di accedere all’orario plurisettimanale senza passare dalle Rsu”. Il segretario generale della Fim Cisl, Giorgio Caprioli, ricorda: “E’ stato un accordo molto difficile e sofferto ma, alla fine, portiamo a casa un buon contratto”. Su quest’aspetto concorda il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli. “E’ stato un accordo molto faticoso e sofferto, ma ritengo che siamo riusciti a mettere a punto un’intesa in qualche modo equilibrata. Forse per la situazione in cui vivono molte aziende - prosegue Santarelli - non avrebbero potuto sostenere neppure un euro di incremento in più, ma abbiamo compensato l’equilibrio ottenendo una maggiore flessibilità d’orario, che aiuterà ad aumentare la produttività e a rilanciare la competitività”. A questo punto, però, per gli industriali si impone la revisione del sistema contrattuale. “Il sistema - dice ancora Santarelli - va profondamente riformato perché non è più giusto ed equo per nessuno continuare così. Bisogna che le regole siano affrontate dal tavolo interconfederale rapidamente nell’interesse delle imprese e degli stessi lavoratori”. “Esprimo la soddisfazione mia e del governo per la chiusura della difficile vertenza dei metalmeccanici con la firma di tutti i sindacati, a differenza delle precedenti esperienze”, afferma il ministro del Welfare, Roberto Maroni, aggiungendo che questo evento “facilita anche la definizione della questione degli esuberi Fiat”. Maroni evidenzia anche che la vertenza delle tute blu “sollecita una riflessione sulla riforma del modello contrattuale”. Noi però -avverte- più che chiedere ai sindacati e alle parti sociali di lavorarci non possiamo fare, perché non è tema di competenza del governo. Noto con soddisfazione - osserva Maroni - che nell’accordo dei metalmeccanici viene riconosciuta e introdotta l’applicazione del contratto di apprendistato professionalizzante, che p una nuova figura della legge Biagi che aumenta il livello di flessibilità regolata. La chiusura del contratto è stata facilitata anche dalla norma che abbiamo inserito nella Finanziaria 2006, che riduce di un punto percentuale il costo del lavoro dal primo gennaio di quest’anno. In qualche modo, quindi, anche se indirettamente - conclude - ci sentiamo partecipi della chiusura positiva di questa vertenza”. FONTE LabItalia
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