News Lavoro, Imprese, Enti
Eurispes: italiani in cerca esasperata del posto fisso
30/01/2006 NP-2790

E’ un lavoratore che “si muove a disagio”, quello italiano, secondo “percorsi all’insegna dell’insicurezza e inseguendo un posto di lavoro stabile, in una dimensione qualitativa di soddisfazione dei propri fabbisogni che appare sempre più precaria, malgrado le strategie occupazionali attuate dal legislatore”.
Un lavoratore che, nel contesto sociale, economico e normativo, “naviga all’interno di un flusso di rinnovamento continuo”. E’ lo scenario descritto dall’Eurispes nel ’Rapporto Italia 2006’, presentato a Roma.
A partire dalla cosiddetta rivoluzione tecnologica della metà degli anni Settanta, spiega l’Istituto, si può dire che nel rapporto di lavoro “nulla è stato più come prima”. “I cambiamenti economici e strutturali - si legge nel testo - sono stati così profondi e radicali da indurre le imprese a una rincorsa continua verso nuovi modelli organizzativi e i lavoratori a una ricerca sempre più esasperata del posto di lavoro stabile e tutelato”.
E, “pur nella permanenza della tutela reale del posto di lavoro, il legislatore ha eroso profondamente l’area di applicazione del contratto a tempo indeterminato, favorendo di una serie di contratti ’temporanei’”. Questo ha spinto “le imprese, ancora ’convalescenti’ dalla crisi degli anni Settanta, a chiedere, accanto ai processi di ristrutturazione ed esternalizzazione, un minor costo del lavoro e un’ampia flessibilità nell’uso della manodopera”.
Per l’Eurispes, la riforma Biagi, in particolare, “ha affollato le aziende di lavoratori ’in transito’ che, in quanto tali, sono indifferenti alla partecipazione agli obiettivi dell’impresa, tendono a non sindacalizzarsi e, tra l’altro, in ragione del senso di precarietà che accompagna i nuovi lavori a tempo definito, non sono nemmeno ’buoni’ consumatori”. Inoltre, con la legge 30, “si è aperta una nuova stagione dei diritti sul lavoro, da rivisitare, aggiornare e, quindi, soprattutto, declinare in funzione di una maggiore attenzione alle diversità delle condizioni strutturali e organizzative, indotte dalla flessibilità”. Per questo, “si pone l’esigenza di emanare quanto prima un ’Codice della persona che lavora’ (già da tempo al vaglio degli organi politici con il nome di ’Statuto dei lavori’)”. “Lo strumento legislativo per gestire la complessità dei bisogni e dei problemi nuovi che pone il moderno mercato del lavoro - sottolinea il Rapporto - deve, infatti, agire per tutele e non solo per modelli. Solo una legislazione trasversale, che attraversi le differenti aree, può garantire una soglia minima di diritti comuni a tutti i lavori, consentendo al tempo stesso discipline protettive differenziate per i singoli tipi di lavoro”.
Per saperne di più LabItalia

smile99

STAMPA Stampa Questa Pagina
| Invia ad un Amico

[Pagina Precedente] [Chiudi Finestra
]