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Isfol, boom di operatori nei servizi per l’impiego
01/03/2006 NP-2829

E’ una vera e propria esplosione di operatori quella che registrano gli ultimi monitoraggi svolti dall’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori)sui servizi pubblici e privati autorizzati a intervenire nel mercato del lavoro.
Mentre si consolida il numero di agenzie private, che hanno raggiunto quota 700 su tutto il territorio nazionale e si modernizza l’offerta dei centri pubblici (1.400 circa tra sedi centrali e periferiche), arriva la nuova ondata dei soggetti autorizzati in regime speciale (Università, Fondazione dei consulenti del lavoro, associazioni datoriali e di tutela). La rete di servizi per il lavoro appare ormai ramificata su tutto il territorio.
E’ quanto emerge dal sesto rapporto di monitoraggio dei servizi per l’impiego curato dall’Isfol. L’indagine è stata presentata a Roma da Sergio Trevisanato, presidente dell’Isfol, e Lea Battistoni, direttore generale per il Mercato del lavoro del ministero del Welfare.
Delle università che hanno risposto all’indagine Isfol, (dicembre 2005), il 60% dichiara di aver attivato servizi finalizzati all’inserimento lavorativo, prevalentemente orientati alle attività di placement, e la metà di questi da oltre un anno. Inoltre, fra gli atenei che hanno attivato servizi per l’impiego, il 42% ha sede nel Nord Italia, ma fra quelli (7) con più lunga ’esperienza’ 3 sono dislocati nel Sud. “La ricognizione dei rapporti con altri enti - si legge in una nota dell’Isfol - mostra un panorama ancora in via di sviluppo con meno di un terzo delle università che risulta ad oggi aver stipulato protocolli di intesa o accordi sul tema specifico con altri soggetti (associazioni datoriali, enti locali e istituzionali, aziende).
L’86% dispone di uno sportello dedicato all’incontro tra domanda e offerta”. In Italia, ci sono anche circa 700 consulenti del lavoro, delegati a operare dalla propria Fondazione. La distribuzione di questi soggetti appare capillare: il 50% è al Nord, poco meno di un terzo al Sud e circa il 25% al Centro. Si registrano anche le prime connessioni ai nodi regionali della Borsa continua regionale del lavoro (Lombardia e Veneto).
Tra i soggetti autorizzati a intervenire nel mercato del lavoro in regime speciale, risultano iscritte all’albo anche due associazioni datoriali e una di tutela. Le agenzie private ammontano ormai a circa 700. Secondo la rilevazione effettuata nel 2005 (che ne analizzava circa 440), il 59% delle agenzie e’ situato nel Nordovest; il 28% nel Nordest; l’11% nel Centro, il 2% nel Sud e Isole. La dislocazione delle sedi si addensa nelle aree di mercato in corrispondenza di distretti industriali. Le agenzie di ricerca e selezione si concentrano nella fascia corrispondente al corridoio adriatico.
“Il Mezzogiorno è interessato prevalentemente dall’attività delle agenzie di somministrazione - dice l’Isfol - e queste ultime sono quelle che garantiscono un’elevata copertura geografica attraverso le unità organizzative distribuite capillarmente sul territorio nazionale”.
La rete delle strutture pubbliche facenti capo ai centri pubblici per l’impiego è composta da 532 sedi che si integrano alle strutture periferiche (854 sportelli multifunzionali o altri recapiti) e che gravitano sul bacino provinciale. Prosegue il processo di modernizzazione delle strutture: ormai sette sedi su dieci possono ritenersi pienamente adeguate. Grazie anche a questo, sono oltre 3 milioni e 200 mila le persone entrate in contatto con un centro negli ultimi due anni. Fra gli utenti, prevalgono giovani e giovanissimi (oltre il 50% ha meno di 30 anni), ma e’ anche elevato il numero di ultraquarantenni. L’utenza femminile, poi, risulta essere nettamente superiore a quella maschile (56% contro 44%). Gli utenti dei centri sono in maggioranza in possesso di un diploma di maturita’ (60%) e oltre il 19% ha un titolo universitario. Chi ha frequentato un centro per l’impiego negli ultimi due anni risulta occupato nel 26% dei casi. Il 16% dichiara di essere occupato, ma in cerca di un nuovo o secondo lavoro, il restante 57% non lavora. Per quanto riguarda la normativa regionale, al momento, sono cinque le regioni che hanno adottato provvedimenti legislativi sul lavoro. Alle leggi approvate da Marche e Toscana, si sono aggiunti recentemente gli atti del Friuli Venezia Giulia, dell’Emilia Romagna e della Sardegna. Queste regioni hanno, tra l’altro, disciplinato i regimi di autorizzazione per l’ingresso di ulteriori intermediatori, nonché l’accreditamento per l’accesso degli operatori nei sistemi locali per il lavoro. “Si tratta, a ben vedere, di una rete diffusa e capillare in tutto il Paese - conclude l’Isfol - dove una pluralità di operatori pubblici e privati costituisce ormai un patrimonio di risorse con una enorme potenzialità per i cittadini, le istituzioni e il tessuto produttivo”.
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smile99

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