E’ cresciuto del 106% in tre anni il numero dei progetti realizzati dalle associazioni di promozione sociale, riconosciute dalla legge 383 del 2000, grazie al finanziamento concesso dal ministero del Welfare. Si è passati, infatti, dai 38 progetti finanziati nel 2002, primo anno di operatività dopo l’entrata in vigore della legge che ha offerto riconoscimento alle associazioni che svolgono attività di carattere sociale senza fini di lucro, ai 78 del 2004 per arrivare ai 95 nel 2005, attualmente in corso. Complessivamente, sono stati assegnati fino ad oggi circa 40 milioni di euro: dai 7,5 milioni attribuiti nel 2002 si è passati agli oltre 10,3 milioni nel 2003 e a 11 milioni sia nel 2004 sia nel 2005. I progetti hanno interessato, in diverse regioni italiane, anziani, disabili, minori, ma anche ambiente, cultura, sport e tempo libero. Questo il bilancio tracciato dal rapporto ’Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale’, un compendium realizzato dall’Isfol per conto del ministero del Welfare sui 183 progetti finanziati e realizzati nel triennio 2002/2004. I dati sono stati presentati oggi, a Roma, in una conferenza stampa, dal sottosegretario al Welfare con delega alle Politiche sociali, Grazia Sestini, dopo la riunione dell’Osservatorio nazionale per l’associazionismo sociale, l’organo che rappresenta le 110 organizzazioni iscritte nell’apposito registro nazionale. “Ne emerge un quadro positivo e stimolante - commenta il sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini - che dimostra come la legge 383 del 2000 abbia saputo valorizzare il grande patrimonio sociale e culturale dell’associazionismo italiano, riconoscendone il ruolo di protagonista nella vita del paese, anche sotto il profilo della creazione di ricchezza in termini di servizi a favore della collettività e di posti di lavoro ad alta qualificazione professionale. Non solo, infatti, la legge 383 assegna 10 rappresentanti all’associazionismo e al volontariato all’interno del Cnel, ma in questi anni - ribadisce Sestini - si è registrata una crescita del settore, sia in termini di servizi offerti a vantaggio della comunità sia in termini di formazione e offerta di posti di lavoro ad alto indice di qualificazione e di soddisfazione professionale”. “Le associazioni di promozione sociale - aggiunge Gian Paolo Gualaccini, vicepresidente dell’Osservatorio nazionale per l’associazionismo sociale - hanno realizzato progetti che funzionano, hanno lavorato costruendo progetti per rispondere a bisogni. Le diversità culturali e politiche al loro interno non sono state un ostacolo, ma anzi una ricchezza per costruire un bene comune. Occorre, dunque, andare avanti in questa direzione”. FONTE LabItalia
|