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Unioncamere, in 5 anni raddoppiate imprese extracomunitari
03/03/2006 NP-2836

Negli ultimi cinque anni, sono più che raddoppiati e nel 2005 sono cresciuti a un ritmo superiore al 15%, superando per la prima volta la soglia delle 200 mila unità.
Uno su quattro viene dal Nord-Africa, uno su dieci dalla Cina, poco meno del 20% è rappresentato da donne. Oltre il 60% di loro è attivo nel commercio e nelle costruzioni, ma il settore che presidiano quasi al 50% è quello dei phone-center e internet-point. La metà ha messo radici in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Veneto, la loro capitale è Milano ma nel 2005 la crescita record è avvenuta a Palermo. E’ questo l’identikit dell’imprenditore extracomunitario, alla fine del 2005, che risulta dall’analisi di Unioncamere condotta attraverso InfoCamere, la società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane, sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale sul movimento demografico delle aziende.
Il fenomeno dell’imprenditoria extracomunitaria, osserva Unioncamere, rappresenta ormai il vero motore della crescita delle imprese individuali nel nostro paese. Anche nel 2005, il saldo complessivo tra le iscrizioni e le cessazioni di imprese individuali (+17.103 imprese) è risultato positivo solamente grazie al contributo determinante delle 26.933 nuove imprese create dagli imprenditori nati al di fuori dei confini dell’Unione europea, pari a una crescita del 15,4% rispetto al 2004. Senza questo apporto, la base delle imprese individuali sarebbe pertanto diminuita di 9.830 unità.
A livello territoriale, la regione che nel 2005 ha fatto registrare il saldo più elevato in termini assoluti è stata la Lombardia (+4.966 imprese), seguita da Emilia Romagna (+3.136), Toscana (+2.787) e Piemonte (+2.688). Il saldo di queste quattro regioni rappresenta esattamente il 50% della crescita totale delle imprese di extracomunitari nell’anno. In termini relativi, la dinamica maggiore si registra, invece, in Piemonte (+20,1% il tasso di crescita nei dodici mesi), seguito dalle Marche (19,4%) e dall’Emilia Romagna (+18,5%). Scendendo al livello provinciale e guardando alla velocità con cui crescono le iniziative economiche degli immigrati, la geografia del fenomeno rivela che nel 2005 è stata Palermo la città che ha registrato il tasso di incremento più elevato (+26,6% rispetto all’anno precedente), seguita da Alessandria (+26,3%) e Vercelli (+25,3%).
In termini assoluti, la capitale dell’imprenditoria extracomunitaria è Milano, con le sue 18.464 imprese, il 9,1% del totale. A poca distanza si colloca Roma, con 14.333 imprese, seguita da lontano da Torino con 9.201 unità. Per trovare una provincia del Mezzogiorno bisogna arrivare alla decima posizione, occupata da Caserta che, con 3.750 imprese, precede anche Napoli (al dodicesimo posto, con 3.570 aziende con titolari extra-Ue). Enna, Aosta, Rieti e Oristano sono, invece, i capoluoghi meno toccati in termini assoluti dal fenomeno dell’imprenditoria immigrata: insieme ospitano sui loro territori solamente 850 aziende individuali nati al di fuori dei confini dell’Unione europea.
LABITALIA

smile99

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