Su proposta del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e del ministro del Welfare, Roberto Maroni, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che contiene un programma sperimentale che il ministero del Welfare promuove in collaborazione con Italia Lavoro, per il sostegno al reddito, finalizzato al reimpiego di 3.000 lavoratori sulla base di accordi che verranno sottoscritti tra il ministero stesso, i sindacati maggiormente rappresentativi e le imprese e che verranno sottoposti a successive verifiche. “Non è stato facile definire il decreto, che è stato scritto evitando le logiche assistenzialistiche vecchio stampo. Il decreto è coerente con una visione proattiva della politica del lavoro”. Lo ha detto il Ministro del Welfare, Roberto Maroni, al termine del Cdm. Il ’pacchetto’ di interventi per il reimpiego dei lavoratori in esubero “costerà meno della metà dei 200 mln stimati inizialmente”. Il valore degli interenti, quindi, si aggirerà intorno ai 100 mln di euro. Il governo finanzierà con 35 milioni di euro la proroga dei contratti di solidarietà fino alla fine del 2006. Maroni ha anche spiegato che, se il lavoratore coinvolto nel piano straordinario di reimpiego rifiuta il lavoro che gli viene offerto, perde il diritto al sussidio. Nel caso in cui un lavoratore accettasse un lavoro e poi lo perdesse non per sua volontà, avrebbe il diritto di rientrare nel programma di protezione del reddito e di reimpiego. Lo stesso ministro ha detto che “non so se ci sarà Fiat” tra le aziende interessate al provvedimento. Questo perché, ha precisato Maroni, “la Fiat aveva chiesto un’altra cosa e cioè il prepensionamento di 7 anni e questo non può essere, perché dal 2008 varranno i requisiti della riforma delle pensioni e non può essere diversamente, perché il nostro è un governo serio”. Il decreto legge, aperto a tutte le aziende, entro il limite massimo dei 3 mila lavoratori, interesserà di sicuro gli addetti del polo elettronico abruzzese (700 lavoratori) e quelli dei centri industriali sardi in crisi, come Ottana (1.300 lavoratori). Per la Fiat, ha detto il ministro, “qualora ci fosse la richiesta di cassa in deroga (la cig ai lavoratori scade il 20 maggio ndr), avrei forte perplessità perché la cassa in deroga è studiata per le imprese che non hanno ammortizzatori sociali”. LABITALIA
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