Il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico, Sandro Frisullo, ha replicato, nel corso di una conferenza stampa, alle polemiche suscitate da alcuni gruppi dell’opposizione sui bandi Pia. “E’ in corso un tentativo esplicito – ha spiegato Frisullo - di rovesciare le responsabilità sulle inadempienze per sessanta imprese che hanno inoltrato domande di finanziamento per i Pia nazionali. La copertura è compito del governo nazionale: non c’è scritto da nessuna parte che la Regione debba cofinanziare. Il governo nazionale ha ingannato le imprese: inadempienti non siamo noi ma il governo, visto che da parte nostra abbiamo impegnato tutte le somme per i Pia regionali”. Frisullo ha precisato di aver inviato comunque una lettera al Ministero delle attività produttive “per far conoscere a questa Regione l’entità dell’eventuale cofinanziamento regionale e il numero delle imprese interessate, con l’ammontare dei relativi finanziamenti”. “Ad oggi – ha spiegato Frisullo – infatti non si conosce l’entità dei singoli finanziamenti ammessi a livello nazionale, per cui è difficile anche ipotizzare quote di cofinanziamento”. Per quanto riguarda i Pia regionali “il prossimo 27 marzo scadranno i bandi e solo allora avremo contezza dei risparmi e delle domande ammesse. Fitto sostiene che le quote di cofinanziamento debbano arrivare dalle quote autonome del bilancio regionale, dall’avanzo di amministrazione. Ma l’avanzo di amministrazione non è disponibile per operazioni di cofinanziamento, visto che 150 milioni dell’avanzo di amministrazione sono andati a coprire il buco lasciato “per mero errore materiale” per la sanità. Non ci fosse stato quell’errore materiale lasciato in eredità da Fitto, avremmo 150 milioni in più”. L’assessorato ha comunque dato mandato ai dirigenti per una ricognizione tempestiva di altre misure per capire se sarà possibile reperire risorse dai risparmi provenienti dai progetti presentati dalle imprese. Frisullo ha poi fatto il punto sulla vertenza Tac: “Il cosiddetto decreto milleproroghe – ha detto – prevedeva prima una finanziamento di 250 milioni poi passato a 170 per sette aree di crisi. Si scopre quindi oggi che mancando un accordo di programma quadro non si sa quanto precisamente di quelle somme arriverà in Puglia per il settore del Tac. Il ministero questo accordo non lo ha né proposto e né firmato. Abbiamo scritto a Sviluppo Italia – che gestisce i fondi – per conoscere la reale disponibilità finanziaria per gli interventi. Sviluppo Italia ci ha risposto lo scorso 8 marzo che è necessario l’accordo di programma da definire di volta in volta per ciascuna area industriale in crisi. Dov’è Scaiola per firmare, ci chiediamo?” . FONTE REGIONE PUGLIA
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