Non piace lo stage agli universitari italiani. Per sei su dieci, infatti, resiste il mito del posto fisso, per il quale i giovani sarebbero disposti a rinunciare anche al lavoro dei loro sogni o a una retribuzione particolarmente alta. E a flessibilità, dinamicità e intraprendenza i giovani preferiscono sicurezza, stabilità e tranquillità, ma anche e soprattutto comodità. A fotografare le aspettative dei giovani rispetto al mondo del lavoro è un’indagine realizzata dal mensile Campus in occasione del Salone dello Studente - Campus Orienta di Firenze, condotta su oltre 1.000 universitari, maschi e femmine, tra i 18 e i 25 anni. La manifestazione di orientamento universitario e formativo organizzata dal mensile Campus giunge a Firenze per la sua sesta edizione, dal 28 al 30 marzo, con circa 25 mila studenti, 40 istituti di formazione, 2.000 metri di allestimenti, 60 lezioni di orientamento con oltre 100 docenti universitari e 30 ore di colloqui psicologici individuali. Sono stati organizzati vari incontri con personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, oltre che l’allestimento di postazioni dove sarà possibile reperire materiale informativo sulla possibilità, per i ragazzi, di accedere a tutti i servizi che riguardano il mondo del lavoro. Previsto anche l’insediamento estemporaneo di una redazione giornalistica, costituita da studenti del liceo ‘Galileo’ che realizzeranno uno speciale sugli appuntamenti e i fatti principali della ‘tre giorni’ di orientamento. Nel corso della manifestazione, grande attenzione sarà destinata al tema dell’edilizia scolastica, con esplicito riferimento al progetto della provincia ‘Costruttori di cittadinanza’ e alla storia della musica, presentata da Red Ronnie attraverso il ricorso a supporti audiovisivi. Come nelle precedenti edizioni, infine, una psicologa dell’orientamento incontrerà individualmente gli studenti che vorranno verificare le motivazioni delle loro scelte formative e sarà, inoltre, possibile effettuare simulazioni di test d’accesso per i corsi a numero chiuso. Dal sondaggio, spiega una nota, risulta che oltre un ragazzo su due (54%) è convinto che gli atenei italiani non preparino adeguatamente per entrare nel modo migliore nel mondo del lavoro. Tuttavia, i ragazzi non sembrano voler più sentire parlare di apprendistato o di lavori precari in attesa di imparare un mestiere. Tanto è vero che sei su dieci (64%) mettono in conto di dover aspettare un anno o anche di più per trovare un lavoro degno delle proprie aspirazioni. Che per quasi sette giovani su dieci significa soprattutto un ‘posto fisso’. Insomma, altro che flessibilità, intraprendenza, spirito di sacrificio, voglia di arrivare. Per gli studenti, le aziende dovrebbero fornire, anche ai neo-laureati, garanzie di sicurezza e stabilità (31%) e una equa retribuzione (22%), più che una formazione adeguata (16%) o un periodo in cui fare esperienza (14%), per poi scegliere che carriera intraprendere. Un dato confermato anche dal fatto che soltanto l’8% pensa soprattutto a un’occupazione che sia davvero gratificante o a un ambiente in cui crescere prendendosi responsabilità sempre crescenti (4%).
Il mito del posto fisso torna dunque prepotentemente alla ribalta proprio tra i giovani non ancora laureati. Che infatti dicono ’no’ a stage e periodi di prova: per uno studente su tre (31%) lo stage dovrebbe essere prerogativa soltanto di chi ha conseguito una laurea breve, in pratica in sostituzione del biennio di specializzazione, mentre il 24% ritiene più formativo frequentare un master e un periodo in azienda consisterebbe in sostanza di un’alternativa ai corsi di specializzazione post laurea. Soltanto il 16% ritiene che un periodo da stagista sia comunque molto importante per imparare un mestiere, mentre il 18% boccia in toto il sistema dello stage. Che in ogni caso, per sette ragazzi su dieci (68%), non dovrebbe mai essere gratuito, ma ben retribuito. Quanto? Almeno 500 euro al mese per il 36%, ma anche di più: un ragazzo su tre (30%) non accetterebbe mai per meno di 800 o 1.000 euro al mese. Insomma, un vero e proprio stipendio. Solo un ragazzo su cinque (19%) si dice disposto a lavorare gratis per un breve periodo pur di trovare un impiego. E, allo stesso modo, il 24% accetterebbe un contratto a tempo determinato o part-time solo come prima occupazione, sempre che vi sia la conferma assicurata, e a tempo indeterminato, alla scadenza del contratto (22%). Soltanto il 15% accetterebbe di sicuro pur di lavorare. In ogni caso, secondo i giovani stage e contratti a progetto non dovrebbero superare i tre mesi (42%), o al massimo sei mesi (18%), ma c’è chi ritiene che un mese sia abbastanza (21%). FONTE LabItalia
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