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Sindacati, ripresa economia e lavoro priorità nuovo governo
03/04/2006 NP-2889

Per la Cgil bisogna “riprogettare il Paese”, per la Cisl c’è “l’urgenza di una ripresa dello sviluppo”, mentre la Uil punta la sua attenzione sulla “centralità del lavoro”.
Così, in ordine sparso, ma non tanto, i tre sindacati confederali guardano al dopo-elezioni, definendo una lista di priorità per l’agenda del nuovo governo. La Cisl ha dedicato all’argomento un Consiglio generale, mentre la Cgil ne ha fatto il fulcro del suo 15° Congresso e del documento conclusivo. Nella Uil, impegnata nella stagione congressuale nazionale e locale in vista dell’appuntamento di giugno, è toccato al segretario generale, Luigi Angeletti, riassumere, in un articolo che uscirà ad aprile sulla rivista dell’organizzazione e anticipato da LABITALIA, le proposte del suo sindacato.
Per tutti, il punto di partenza è la ripresa dello sviluppo economico e la vera emergenza è rappresentata dalle condizioni di vita delle famiglie, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani e delle donne. Per i sindacati, infatti, sono proprio queste le categorie che negli ultimi anni hanno pagato il prezzo più alto e che hanno visto impoverire i propri salari e diminuire le tutele sociali. Da questa premessa, i confederali sviluppano proposte simili sui grandi temi, ma che si divaricano su argomenti quali le riforme del mercato del lavoro e dell’istruzione e, soprattutto, il modello contrattuale.
Sulla riforma del modello contrattuale, infatti, pur condividendo la necessità di superare gli accordi del ’93, le strade per ora sembrano dividersi. Alla richiesta di aprire un tavolo negoziale, la Cgil risponde sottolineando “l’importanza di un modello unico per tutti i settori, sia privati sia pubblici”. Ma “prima di iniziare la trattativa - avverte il sindacato di Epifani - è indispensabile cercare una posizione sindacale unitaria, che contenga le regole condivise di democrazia”. Una posizione che, di fatto, ancora non c’è. Per questo, la Cgil proporra’ a Cisl e Uil la ripresa del confronto, “al fine di costruire una proposta complessiva unitaria da sottoporre ai lavoratori”, come si legge nelle conclusioni del 15mo congresso. La riforma contrattuale è, per la Cisl, “una vera e propria urgenza”. “Occorre una riforma che vada verso un maggiore decentramento ed esigibilità dell’azione negoziale - si legge nel documento Cisl - e che costituisca un decisivo fattore per il rilancio di un rapporto virtuoso tra accumulazione e redistribuzione”. La Cisl, poi, rimarca che “la riforma è materia di esclusiva competenza delle parti sociali”. Mentre la Uil sostiene “la necessità di definire un sistema contrattuale in grado di ripartire la produttività nel modo più capillare possibile, facendo crescere i salari reali”.
Insomma, una conferma del contratto nazionale e una diffusione a tappeto della contrattazione di secondo livello.
FONTE LabItalia

smile99

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