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Italia quinta in Ue per occupazione nello Sport
14/04/2006 NP-2911

Sono complessivamente 800 mila gli europei che lavorano nello sport. Professionisti dell’attività fisica, istruttori e allenatori, rappresentanti di associazioni e federazioni, ma anche lavoratori occupati nell’industria manifatturiera e del tempo libero e in tutte le realtà che compongono la ’filiera’ dello sport. Un numero di addetti quasi triplicato negli ultimi vent’anni e che vede l’Italia al quinto posto nell’Unione europea a 25, con 48.802 lavoratori, dopo il Regno Unito, che figura in testa alla classifica assorbendo un terzo dell’occupazione totale (269.872), la Germania (105.000), la Francia (100.205) e la Spagna (64.726). I dati emergono da un volume promosso dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), che allo sviluppo dell’occupazione e dell’integrazione sociale, in particolare di quella giovanile, con lo sport ha dedicato un programma specifico, nell’ambito del più ampio progetto ’Universitas’ a sostegno di un ’lavoro decente attraverso formazione e innovazione’.
Il volume, di prossima pubblicazione e anticipato da LABITALIA, si intitola ’Beyond the Scoreboard’ (’Dietro il tabellone’) e illustra le opportunità di impiego per i giovani e di sviluppo delle professionalità nel settore dello sport.
Una raccolta di contributi, curata da Giovanni di Cola, coordinatore del programma ’Universitas’ dell’Ilo, che fa il punto sulle sfide che attendono il settore sportivo, ma anche sulle opportunità di lavoro, formazione e nuovi servizi. Un terreno ’neutro’, dunque, sul quale discutere di temi spesso controversi, come l’economia globale e locale, che, nella visione dell’Ilo, rappresenta al tempo stesso la nuova frontiera per lo sviluppo e per la costruzione della pace.
Secondo i dati illustrati nel volume da Jean Camy, sociologo all’Università di Lione e fondatore dell’Osservatorio europeo dell’impiego nello sport, i lavoratori ’sportivi’ sono circa 50 mila, nel 2000, in Europa, e 2 mila le imprese del settore, per lo più di piccole dimensioni. Sono veri e propri professionisti che, nell’industria dello sport, hanno la maggiore visibilità. Più numerosi gli addetti di quel milione di associazioni impegnate nello sport da competizione: sono circa 250 mila, cui si devono aggiungere 10 milioni di volontari e 85 milioni di iscritti. Lo sport del tempo libero, dal fitness alle discipline praticate a livello amatoriale, occupa poi ben 400 mila persone in oltre 30 mila attività, soprattutto commerciali. Mentre lo sport ’sociale’, che coinvolge organizzazioni no profit impegnate nell’integrazione di soggetti svantaggiati, come i disabili, impiega tra i 50 mila e i 100 mila addetti. Ma lo sport dà lavoro anche attraverso il suo ’indotto’, con una ricaduta occupazionale difficilmente stimabile. Sono legate al settore, infatti, tutte le imprese specializzate nella costruzione di impianti e attrezzature sportive, come palestre e piscine, ma anche l’industria manifatturiera che produce gli equipaggiamenti utilizzati, dai capi di abbigliamento alle calzature, dalle racchette agli sci. Un comparto in cui la concorrenza dell’Asia si fa sentire sempre di più. C’è, poi, tutto il settore della formazione, che comprende gli insegnanti di educazione fisica nelle scuole, ma anche nelle università e negli istituti superiori. Coinvolto, nella filiera dello sport, anche il personale sanitario e in particolare quello specializzato in ortopedia, fisioterapia e riabilitazione. Senza dimenticare, infine, gli impiegati delle istituzioni a vario titolo competenti in questo campo.
FONTE LAbItalia

smile99

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