Realizzare un sistema integrato di modelli e servizi a supporto dell’inclusione sociale e della qualificazione professionale di badanti e assistenti familiari. Questo l’obiettivo del progetto ’Aspasia - Assistenza domiciliare anziani: sistema integrato di servizi a persone e imprese’, promosso, nell’ambito dell’iniziativa comunitaria ’Equal’, da una partnership composta da Anci Servizi e da consorzi della cooperazione sociale, come ’Anziani e non solo’, ’Madre Teresa di Calcutta’, ’Quarantacinque’. Un network impegnato nella sperimentazione territoriale (in Emilia Romagna, Puglia e Sicilia) di percorsi formativi a distanza, centri per le assistenti familiari, sportelli informativi per la popolazione anziana e servizi innovativi di domiciliarità integrata. Il progetto è stato illustrato in occasione del convegno ’Assistenti familiari, lavori di cura e rete territoriale dei servizi’, che si è svolto a Roma, presso la sede di Italia Lavoro. Un’occasione per riflettere sul ruolo e sulla funzione delle 500 mila badanti che operano in Italia e del rapporto con la rete territoriale dei servizi. Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri, Loredana Ligabue, coordinatrice del progetto, Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo Settore, e Natale Forlani, amministratore delegato di Italia Lavoro. Sono quasi tutte straniere, le 500 mila badanti che, nelle famiglie italiane, assistono anziani o persone non autosufficienti, con una prevalenza di giovani provenienti dall’Est Europa. Il 57% di loro è alla prima esperienza. In media, restano a lavorare nella stessa casa per oltre un anno. Il 57,7% è stato contattato attraverso conoscenti o parenti e solo il 15,5% tramite un’agenzia o un servizio messo a disposizione da enti pubblici. Nel 75% dei casi, assistono persone che hanno più di 75 anni. Alle badanti si ricorre in circa il 18,6% delle famiglie (in maggior misura al Mezzogiorno rispetto al Nord del paese). Si calcola, infatti, che il 75% degli anziani sia gestito dai figli. Appena il 2,5% degli over 65, nel 2002, ha ricevuto un’assistenza domiciliare integrata e il 2% è stato ricoverato in case di riposo.
Nelle tre aree coinvolte dalla sperimentazione, Emilia Romagna (Bagnolo), Puglia (Brindisi) e Sicilia (Ragusa), gli anziani non autosufficienti sono, rispettivamente, 135.700, 105.819 e 121.826. Di questi, riceve un aiuto da personale a pagamento il 17% in Emilia Romagna, il 7% in Puglia e il 13% in Sicilia. Attualmente, le assistenti familiari sono, nelle tre regioni, 23.069, 7.185 e 14.729. E si stima un fabbisogno di persone di supporto, in termini di operatori equivalenti, di 68.529 per l’Emilia Romagna, 55.026 per la Puglia e 62.131 per la Sicilia. LabItalia
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