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Da Fillea Cgil Osservatorio su grandi imprese edili
30/05/2006 NP-2960

Nasce l’Osservatorio sulle grandi imprese dell’edilizia. L’iniziativa è stata presa dalla Fillea Cgil per analizzare gli andamenti delle prime 50 aziende in Italia e per “recuperare - si legge in una nota del sindacato - un grado di conoscenza del livello di competitività del sistema impresa del comparto delle costruzioni, trascurato negli ultimi anni”. L’Osservatorio è curato dall’architetto Alessandra Graziani, del Dipartimento Itaca, dell’Università di Roma ’La Sapienza’, e si pone come “un nuovo strumento di analisi, dinamico, rapido e di facile accesso, con l’obiettivo di costruire una base dati strutturata, per le analisi di settore”. L’Osservatorio, infatti, effettua monitoraggi e approfondimenti su temi quali l’occupazione e i costi del lavoro, la solidità finanziaria, la redditività, la produzione e il tipo di processo produttivo.
Dalle prime indagini emergono “una strutturale precarietà e vulnerabilità delle imprese”.
La produzione e i fatturati sono elevati e in crescita, ma non aumenta, anzi è in riduzione, la redditività. Il valore del costo del lavoro è basso rispetto alle altre voci di spesa e la crescita degli occupati diretti è esigua. Tra le prime 50 aziende, il 48% è solvibile, il 52% è vulnerabile o a rischio di insolvenza per quanto riguarda il valore finanziario dell’impresa. Tanto più le imprese sono grandi, tanto più aumenta la loro solidità. Si è registrato un aumento del fatturato, tra lo 0 e il 30%, mentre per quanto riguarda gli utili la variazione è molto più bassa, tra lo 0 e il 7%. Il costo del lavoro rappresenta (tra i costi totali per l’impresa) il 10%.
Tra tutte le aziende del campione, il valore medio del costo del lavoro è del 13% circa, con variazioni molto forti tra impresa e impresa. Si tratta, spiega la Fillea, di “un valore basso rispetto alle altre voci di costo, soprattutto rispetto a quelle dei servizi”. Il dato sull’occupazione è positivo e il settore è ancora in crescita, ma occorre segnalare la sua trasformazione qualitativa riguardo la scomposizione della tipologia dei dipendenti. Infatti, si evidenzia una crescita di impiegati e dirigenti più sostenuta rispetto a quella della componente degli operai. Il rapporto fra impiegati e operai è tendenzialmente di 1 a 2, un valore basso per imprese che producono. E che significa che la fase realizzativa dell’opera è delegata in gran parte a imprese minori. La crescita occupazionale risulta, inoltre, inferiore rispetto a quella del fatturato complessivo del campione. “È opportuno evidenziare - commenta Franco Martini, segretario generale della Fillea Cgil - che, venendo meno la strutturalità dell’impresa, si affievolisce il ruolo contrattuale del sindacato e perdono efficacia anche gli strumenti per la lotta al sommerso. Se questa situazione di vulnerabilità dovesse continuare, si corre il rischio di assecondare la logica imprenditoriale secondo la quale la grande impresa di costruzioni assume sempre più una struttura finanziaria, diventando un’impresa terziarizzata, lontana dal punto centrale dell’attività produttiva che è il cantiere. L’Osservatorio -conclude Martini- evidenzia un sistema che non solo mette a repentaglio i diritti dei lavoratori interessati al processo lavorativo, ma penalizza l’intero sistema delle imprese medio piccole”.
LABITALIA

smile99

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