Cento anni fa nasceva in Italia il servizio ispettivo del lavoro. Nel 1906, infatti, con una circolare, l’allora regio ministro dell’Agricoltura, dell’Industria e del Commercio, Cocco Ortu, comunicava l’avvenuta costituzione dell’Ispettorato e istituiva i primi tre circoli di ispezione del lavoro a Milano, Torino e Brescia. Fu la prima di una serie di iniziative che in Italia, nei primi anni del ’900, portarono all’istituzione di un servizio ispettivo alle dipendenze dello Stato. E già un secolo fa emergevano con chiarezza i principi ispiratori dell’attività ispettiva: la correttezza e l’imparzialità. Da allora, le attività a servizio della lotta all’occupazione illegale e della tutela delle condizioni di lavoro hanno fatto molta strada. Nel solo 2005, l’attività ordinaria svolta dagli Uffici territoriali dell’Ispettorato del lavoro ha dato questi risultati: su 153.205 aziende ispezionate sono state riscontrate 65.536 imprese irregolari (42,78%), a fronte delle 58.385 del 2004 (+12,25%). E circa 67.458 lavoratori sono stati trovati in condizioni di irregolarità. Importante anche il recupero economico: sono state riscosse sanzioni amministrative per un valore di circa 44 milioni e 600 mila euro, mentre il recupero dei contributi e premi è arrivato a 325 milioni di euro. Un totale di circa 369 milioni di euro, pari a un incremento di circa il 15% rispetto al 2004. Al centro delle azioni, il contrasto al lavoro nero e, soprattutto, al ’sommerso totalè, con particolare attenzione all’occupazione irregolare dei cittadini extracomunitari e dei minori, lavoro nei settori dell’agricoltura, dei pubblici esercizi, dell’edilizia. Ma i servizi ispettivi del ministero del Lavoro vigilano anche su ambiti quali l’inserimento lavorativo dei disabili, il rispetto della legislazione sulle pari opportunità (anche in riferimento al mobbing), i fenomeni di delocalizzazione o di dismissione, le attività di somministrazione e mediazione di lavoro. Sempre nel 2005, i minori irregolari accertati sono stati 1.927. Inoltre, sono stati trovati intenti al lavoro 5.000 lavoratori extracomunitari privi del permesso di soggiorno. LabItalia
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