Raggiunto l’accordo tra sindacati e aziende per il rinnovo del contratto del settore elettrico. L’ipotesi di accordo firmata tra Filcem-Cgil, Flaei-Cisl, Uilcem-Uil con Assoelettrica (Confindustria), Federutility (Confservizi), GRTN, Sogin, Terna e che coinvolge circa 70.000 dipendenti prevede un aumento medio parametrato, per il biennio 2006-2007 di 111 euro, diviso in tre tranche: dal 1 gennaio 2006, 40 euro; dal 1 luglio 2006, 38 euro; dal 1 gennaio 2007, 33 euro. A questi si aggiunge Una ’una tantum’ di 328 euro che coprirà il periodo 1 luglio - 31 dicembre 2005 di vacanza contrattuale. L’ipotesi di accordo sarà ora sottoposta al vaglio delle assemblee dei lavoratori per l’approvazione. Resta confermata la struttura quadriennale del contratto nazionale valido fino al 30 giugno 2009, unitamente ai due bienni economici. Soddisfatti i sindacati. In questo rinnovo contrattuale, restano centrali i temi legati alla politica energetica del paese: “Le parti hanno firmato un avviso comune affinché si istituisca presso il ministero dello Sviluppo una sede stabile di coordinamento e monitoraggio all’interno della quale sindacati, imprese e loro associazioni, possono contribuire al rilancio del comparto elettrico per assicurare al paese certezza degli approvvigionamenti”, dicono a una voce Giacomo Berni, Carlo De Masi, Romano Bellissima, rispettivamente segretari di Filcem e Flaei, e presidente di Uilcem. L’accordo firmato tra sindacati e aziende prevede, inoltre, una serie di interventi. Viene rafforzato l’Osservatorio nazionale di settore, anche con il compito di verificare e monitorare la corretta applicazione del contratto unico. Rilanciata la pratica del confronto preventivo, soprattutto in caso di ristrutturazioni e riorganizzazioni aziendali. Viene sottoscritto tra le parti un avviso comune per chiedere al ministero del Lavoro di istituire un Fondo per gli ammortizzatori sociali di settore, sostitutivi di quelli di legge, per governare i processi di efficientamento e gli effetti del mercato sui singoli siti produttivi; si confermano le forme contrattuali esistenti e stabilizzazione a tempo indeterminato dei lavori precari, “dando in questo modo - dicono i sindacati - un segnale preciso alla lotta contro la precarietà, rafforzando al contempo anche gli interventi di formazione continua”; si completa il passaggio alle 38 ore settimanali per tutti avviato quattro anni fa; rafforzamento del ruolo sindacale nella definizione dei regimi di orario; inizio della sperimentazione della ’Banca delle ore’; riconosciuto e implementato il ruolo dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls), per i quali si prevedono opportuni piani formativi; nell’ambito dell’Osservatorio nazionale di settore, definita una sessione specifica per monitorare e migliorare la sicurezza sia per il lavoro diretto che per quello in appalto. FONTE LabItalia
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