E’ cresciuta dell’1,7% l’occupazione in Italia nel primo trimestre del 2006, rispetto ai 12 mesi precedenti, con un incremento assoluto di 374mila unità. Un aumento che sembra aver interessato sia le donne, sia i giovani, sia i lavoratori ultracinquantenni, e senza distinzione di area geografica, Mezzogiorno incluso. Ma che si deve soprattutto all’apporto della manodopera straniera. Una parte consistente dell’incremento, infatti, deve essere ricondotta all’onda lunga degli interventi di regolarizzazione degli immigrati (quantificata dall’Istat in 225 mila unità circa). Mentre 150 mila sarebbero i nuovi posti di lavoro creati. E’ quanto emerge dal Rapporto del Cnel sul mercato del lavoro nel 2005. Le aspettative per il 2007, dice il Cnel, confermano una ripresa della crescita occupazionale, in linea con il precedente biennio, che però “sostenuta dalla crescita economica potrebbe contribuire a rafforzare la debole crescita della produttività del lavoro”. Quanto agli obiettivi di Lisbona, fissati dalla Ue per il 2010, il Cnel sottolinea che “qualche progresso è stato realizzato”. “Certo è - avverte - che siamo ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi di piena occupazione di Lisbona e il nostro mercato del lavoro rimane in condizioni di sofferenza, con bassi tassi di occupazione. Le nostre politiche dovranno offrire più possibilità ai giovani di trovare lavoro”. Gli stranieri, dunque, rappresentano una componente sempre più stabile della popolazione attiva nel nostro Paese. Uno degli aspetti che sta contribuendo maggiormente a cambiare i contorni del mercato del lavoro italiano, infatti, riguarda proprio la presenza crescente di lavoratori stranieri (soprattutto extra-Ue, che rappresentano circa il 90% dell’occupazione straniera). Sono circa 1.169.000 i lavoratori immigrati presenti nel mercato del lavoro italiano nel 2005 (pari al 5,2% dell’occupazione complessiva). Di questi, più del 60% è costituito da uomini, concentrati principalmente nelle regioni del Nord (oltre il 60%) e impiegati in mansioni non qualificate (33%). Oltre la metà degli occupati stranieri lavora nei servizi (il 54,8%), mentre il 40,7% è impiegato nell’industria (il 25% nell’industria in senso stretto e il resto nelle costruzioni). In particolare, il settore delle costruzioni presenta una concentrazione di lavoratori stranieri quasi doppia rispetto alla media nazionale (il 15,7% contro l’8,5%). FONTE LABITALIA
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