Investire in formazione e nelle nuove tecnologie. Sono queste le linee guida del ministero del Lavoro e Previdenza sociale per potenziare e qualificare l’azione dei 5.518 ispettori del lavoro. “La categoria - spiega a LABITALIA il direttore generale per le Attività ispettive del ministero, Mario Notaro - non deve essere più considerata un costo, ma una risorsa per i cittadini e per il Paese. Nel panorama della pubblica amministrazione, la figura dell’ispettore del lavoro deve essere rilanciata a livello professionale. Un passo in avanti è stato fatto con gli oltre 800 inserimenti di quest’anno, dando così fiducia alle nuove generazioni”. “Il settore - avverte Notaro - ha bisogno di investimenti per dotare gli operatori di nuovi strumenti per lavorare. Per questo, puntiamo sulla formazione e sulle nuove tecnologie. Non si può continuare ‘ad andare in giro’ con carta e penna. Al contrario, bisogna elevare il cosiddetto ‘stock’ informativo”. “E’ altrettanto importante innalzare il livello di analisi del territorio - aggiunge il direttore generale per le Attività ispettive del dicastero di via Veneto - creando così un patrimonio comune di informazioni utile per avviare una strategia di cambiamento: per questo ho chiesto l’istituzione di un ufficio per le ‘analisi di ritorno’”. Notaro non ha dubbi: “La nuova concezione degli ispettori del lavoro deve vedere la pubblica amministrazione come un servizio ai cittadini e alla nazione”. “Le risorse umane - argomenta - devono essere motivate. Il mondo del lavoro, in Italia, è in movimento e il settore deve rispondere in modo concreto alle esigenze delle aziende, tutelando i diritti dei lavoratori. Si può fare questo, però, solo superando le barriere concettuali che limitano la figura dell’ispettore. Bisogna rivedere alcuni processi - conclude - diventati ormai saturi di procedure non più utili, riorganizzando i nostri uffici e dando maggiore vitalità e conoscenze per potenziare i servizi di vigilanza”. Dal 1° ottobre, inoltre, gli ispettori del lavoro dovranno accertarsi che nei cantieri edili i datori abbiano l’apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità dei lavoratori impiegati con l’indicazione del datore di lavoro stesso. I datori con meno di dieci dipendenti possono assolvere all’obbligo mediante annotazione, su apposito registro di cantiere vidimato dalla Direzione provinciale del lavoro territorialmente competente da tenersi sul luogo di lavoro, degli estremi del personale giornalmente impiegato nei lavori. Nel caso la tessera non esistesse, la sanzione amministrativa va da 100 a 500 euro per ciascun lavoratore. Il dipendente munito della tessera di riconoscimento che non provvede a esporla, invece, è punito con la sanzione amministrativa da 50 a 300 euro. LABITALIA
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