Niente allergie alla polvere, disponibilità a lavorare di notte e capacità di fare squadra. Queste le caratteristiche richieste per diventare operatore ecologico. Se è vero, infatti, che per svolgere questa professione non è richiesto un titolo di studio particolare, è però necessaria la patente per guidare i mezzi a motore. E non deve mancare spirito di collaborazione e di osservazione per lavorare in gruppo. Finita l’epoca degli spazzini, durante la quale si usavano solo le vecchie scope di saggina, il netturbino del 2000 per lo svolgimento della sua attività utilizza palette, cassonetti, carrelli, spazzatrici, guanti e abbigliamento protettivo da lavoro. L’operatore ecologico è, infatti, specializzato nella raccolta di rifiuti di edifici, parchi e giardini, strade e altri luoghi pubblici. Quanto allo stipendio, quello base è di circa 1.200 euro, straordinari esclusi. I rifiuti possono essere collocati in cassonetti o bidoni oppure in sacchetti depositati davanti le abitazioni nelle ore mattutine. L’attività, in genere, è svolta come dipendente di aziende municipalizzate. Un professionista, dunque, sia uomo che donna, che guida il camion o mezzi più piccoli per la raccolta dei rifiuti, carica e scarica sacchetti e cassonetti sul camion, raccoglie carta e altri rifiuti di piccole dimensioni dalle strade utilizzando scopa e carrello oppure la macchina spazzatrice. L’operatore ecologico lavora all’aperto e l’attività è spesso svolta al di fuori dei normali orari di lavoro, di notte o la mattina molto presto. Di certo, è un mestiere che può rivelarsi impegnativo dal punto di vista fisico e comportare alcuni rischi per la salute, visto che si può venire a contatto anche con sostanze nocive e con la polvere. Importante è imparare la tecnica di funzionamento degli automezzi per lo svuotamento dei cassonetti. Per questo, le regioni promuovono corsi di formazione professionale, insegnando a conoscere il funzionamento dei mezzi aziendali, sia di quelli adibiti alla raccolta, al trasporto e al compattamento dei rifiuti, che di quelli per lo spazzamento. Si diventa così specializzati nella raccolta di rifiuti. Ma importante è anche apprendere le tecniche di base e il funzionamento delle parti meccaniche ed elettriche dei mezzi in uso per essere in grado di diagnosticare anomalie di funzionamento ed eventualmente effettuare interventi di sostituzione o di piccola manutenzione. Insomma un vero e proprio professionista della raccolta meccanizzata dei rifiuti. “Tutti i 4.114 operatori ecologici, 779 con contratto part time e in servizio soprattutto le domeniche e i giorni festivi, sono assunti a tempo indeterminato, di questi oltre il 30%, pari a 1.259 unità, è rappresentato da donne. L’Azienda, inoltre, è dotata di 902 autisti di mezzi pesanti (di cui 7 donne), addetti alla raccolta meccanizzata dei rifiuti”. Così Giovanni Hermanin, presidente Ama, descrive a LABITALIA l’attività del principale operatore italiano nella gestione integrata dei servizi ambientali che ogni giorno si occupa dell’igiene e del decoro urbano della capitale, di numerosi comuni limitrofi e di alcune capitali straniere. “L’obiettivo - spiega - è mantenere pulita la città di Roma, che ha una superficie complessiva pari a oltre 2.000 chilometri quadrati. Per svolgere al meglio i suoi compiti - continua il presidente Hermanin - l’Azienda conta su un totale di 6.348 dipendenti, dei quali 4.114 sono appunto operatori ecologici, addetti ai vari servizi di pulizia del territorio comunale: spazzamento e lavaggio delle strade, eliminazione di rifiuti abbandonati (discariche abusive), decespugliamento dalle erbe infestanti sui marciapiedi, pulizia delle banchine pavimentate del Tevere e piste ciclabili, rimozione delle deiezioni canine, interventi mirati in particolari zone o periodi dell’anno”. LABITALIA
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