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Istat, giovani più propensi a proseguire studi dopo diploma
15/09/2006 NP-3063

Aumenta la tendenza dei giovani italiani a proseguire gli studi dopo il diploma della scuola secondaria superiore. E diminuiscono coloro che decidono, invece, di inserirsi nel mondo del lavoro.
Tra i diplomati intervistati nel 2004, infatti, la quota di chi è impegnato esclusivamente negli studi universitari è pari al 34,2% (quasi 10 punti percentuali in più rispetto al 24,8% del 2001), mentre gli attivi sul mercato del lavoro sono passati dal 72,3% del 2001 al 62,8% del 2004.
In particolare, il 47,1% ha trovato un’occupazione (nel 2001 gli occupati erano il 55,5%) e circa il 16% è alla ricerca di un lavoro (valore vicino a quello rilevato nel 2001).
E’ quanto emerge da un’indagine triennale dell’Istat sui percorsi di studio e di lavoro condotta su una leva di giovani che si sono diplomati alla scuola secondaria superiore nel 2001, intervistati a tre anni di distanza.
A modificare le scelte degli studenti, secondo l’Istat, sarebbero “i cambiamenti intervenuti in questi ultimi anni nel mercato del lavoro e nel sistema di istruzione universitaria”, che “sembrano aver influenzato gli atteggiamenti e i comportamenti dei giovani in uscita dalla scuola secondaria superiore”. Infatti, “a seguito della riforma degli ordinamenti universitari, che ha introdotto percorsi più articolati e di breve durata con l’obiettivo di aumentare il numero di laureati riducendo gli abbandoni, i giovani diplomati del 2001, intervistati nel 2004 a tre anni dal conseguimento del titolo, mostrano una maggiore propensione a continuare gli studi”.
Ma le scelte post-diploma degli studenti cambiano in base all’indirizzo scolastico di provenienza. Se la partecipazione al mercato del lavoro è molto alta tra chi ha seguito percorsi di tipo professionalizzante (l’88% tra chi proviene dagli istituti professionali e più del 74% tra quanti hanno studiato all’istituto tecnico), risulta, invece, inferiore al 36% tra coloro che hanno frequentato il liceo. La gran parte di questi ultimi rimanda l’ingresso nella vita attiva perché reputa l’università lo sbocco naturale del proprio ciclo di studi (i liceali che a tre anni dal diploma sono impegnati a tempo pieno negli studi universitari sono quasi il 63%).
Anche l’area geografica di residenza e il genere influenzano la scelta di entrare subito nella vita attiva. I maschi manifestano una maggiore propensione (65%) a cercare di inserirsi nel mondo del lavoro rispetto alle donne (tra le quali le attive sul mercato del lavoro a tre anni dal diploma sono poco più del 60%), mentre la partecipazione al mercato del lavoro dei diplomati è più alta nel Nord (quasi il 65%) e inferiore di tre punti nelle regioni centro-meridionali (meno del 62%).
LABITALIA

smile99

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