Come quadri Ciu dell’azienda, siamo perplessi per le ultime deliberazioni del Cda circa la societarizzazione delle attività riferite al mobile e alla rete terminale, con motivazioni apparentemente fumose che mal celano da un lato l’interesse a fare ’cassa’ e dall’altro a innescare elementi di pressione per una infrastruttura strategica”. Lo affermano in una nota i quadri Telecom della Ciu (Confederazione italiana di unione delle professioni intellettuali). “Osserviamo disorientati - proseguono - la repentina inversione strategica che abbandona un progetto industriale tanto enfatizzato, per una politica finanziaria di breve respiro, mentre vengono assicurati lauti compensi alle stesse banche di affari che a distanza di pochi mesi consigliano progetti antitetici, con un management che gode delle più ampie garanzie e immunità, con i piccoli azionisti che hanno visto polverizzati i loro risparmi, con perdite costanti di posizioni di lavoro intellettuale e di alte professionalità. Il futuro ci appare sempre più incerto”, avvertono, “mentre sull’azienda continua a gravare il peso insostenibile di un debito frutto delle avventure e scelte degli ultimi anni che hanno prodotto vantaggi per pochi e che ora richiedono forse l’ultimo tributo”. “Non siamo interessati - dicono i quadri - al gioco delle parti; chiediamo al governo, come Ciu, regole serie e condivise da rispettare, che ci siano progetti industriali importanti in cui credere, perché abbiamo bisogno di sviluppo e occupazione per noi e per i nostri figli e di far progredire questo Paese. Vorremmo, infine, che il patrimonio di conoscenze di idee e valori faticosamente costruito non fosse disperso per gli interessi di pochi”. LABITALIA
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