Nella filiera ‘pelle’, nei primi sei mesi di quest’anno, si sono persi quasi 3.600 posti di lavoro e hanno chiuso 343 aziende, mentre il numero di ore di cassa integrazione straordinaria è aumentato di quasi il 100%. Sono questi i dati elaborati dall’Ufficio studi dell’Anci, Associazione nazionale calzaturifici italiani, diffusi nel corso della conferenza stampa di presentazione del ‘Micam’, il maggiore salone internazionale dedicato alla calzatura di livello medio-alto e alto, alla Fiera di Milano dal 21 al 24 settembre. “E’ un peccato - commenta Rossano Soldini, presidente dell’Anci - che molte importanti aziende italiane ed europee puntino a ingannare il consumatore facendo pagare caro o carissimo un prodotto che, realizzato con costi molto bassi, dovrebbe costare molto meno. La forza del marchio - spiega Soldini - sicuramente potrebbe sopportare un maggior costo di produzione in Italia. Si salverebbero così tanti posti di lavoro e il consumatore sarebbe correttamente informato. Il settore, invece, continua a subire le conseguenze della competizione asimmetrica dei paesi asiatici e della burocrazia delle istituzioni di Bruxelles”. L’Anci è scesa in campo per l’obbligatorietà dell’etichetta di origine, partecipando al ‘Gruppo di iniziativa per l’obbligatorietà del Made-In’ costituito da organizzazioni industriali, artigiane e commerciali, istituzioni, associazioni dei consumatori e sindacati. Il Gruppo, da ottobre, svilupperà nei diversi Paesi europei un piano di comunicazione e di iniziative pubblicitarie, per sensibilizzare sul tema i governi dei Paesi ancora contrari, soprattutto Germania e Inghilterra. “La nostra campagna - avverte il presidente Soldini - mira a promuovere le calzature made in Italy e a sensibilizzare il consumatore in modo diretto sulla necessità dell’introduzione del marchio obbligatorio di origine per i prodotti extra-Ue. La nostra speranza è che questo sforzo venga presto premiato con l’ottenimento del regolamento europeo sul ‘Made-In’ obbligatorio. Le importazioni di calzature, anche nei primi cinque mesi del 2006, sono aumentate del 17,4% in volume e del 13,6% in valore. Il traino a questa nuova forte espansione dell’import è legato all’incremento dei prodotti provenienti dai paesi asiatici e, in particolare, dalla Cina. L’import dalla Cina, dopo la crescita straordinaria del 130% nel triennio 2002-2004 e del 29% nel 2005, ha fatto segnare un ulteriore aumento del 31%, pur in presenza di dazi provvisori. Ancora più significativo è l’aumento delle importazioni di calzature cinesi in pelle che sono cresciute in media del 55%, con punte superiori al 120% per alcune voci (scarponcini-stivali e calzature di sicurezza). Non meno significativa la crescita degli acquisti di calzature di provenienza indiana, con un aumento del 31,7% in volume e del 40,9% in valore. Le esportazioni sono ancora condizionate dalla crisi che ha colpito i più importanti mercati di sbocco della produzione realizzata in Italia: -11% la Germania, -6,3% la Francia, -15% Stati Uniti e -8% il Regno Unito. Segnali positivi arrivano da paesi come Spagna, Svizzera, Belgio e Russia. Complessivamente, le esportazioni sono diminuite del 3,5% in volume, pur con un +2,8 % in termini di valore. La ricerca della luminosità. E’ questa tendenza principale della collezione ‘primavera-estate 2007’ delle calzature italiane, secondo la ricerca realizzata in collaborazione con il Comitato Moda Anci e Smi-Ati (Federazione Tessili e Moda Italiane) e diffusa in occasione del ‘Micam’ di Milano. Elementi importanti del nuovo guardaroba diventano cromatismi patinati, mix di tinte forti per mood ‘active-street’, colori e superfici luminose diluite in una scala di cromie soft. Il design delle calzature uomo e donna accenna a giochi azzardati nelle forme e si accompagna a un susseguirsi di materiali e accostamenti, rispettando la pulizia delle strutture tesa verso l’ambito sferico e geometrico, soprattutto nelle texture a rilievo. Proiettate verso un lusso pulito, sofisticato ma di classe, le proposte al femminile conducono verso una moda couture, introducendo una ventata scultorea e briosa, rinfrescando con toni meno pieni e forme più architettoniche. La gamma dei colori varia dal bianco, grigio cittadino e fumo, avorio, beige, verde e turchese polverosi e terre bruciate. LABITALIA
|