Al via la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro. Una iniziativa che si ripete ogni anno, promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro e sostenuta da tutti gli Stati membri della Ue e dalle parti sociali. In Italia, è organizzata in collaborazione con il ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, il ministero della Salute, l’Ispesl, l’Inail, l’Iims, la Conferenza delle regioni e province autonome. “Partiamo bene!” è lo slogan scelto per il 2006 e destinatari della campagna di sensibilizzazione, che culmina proprio nella settimana dal 23 al 27 ottobre, sono i giovani. Sono troppi, ancora, infatti, i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che si feriscono sul lavoro. A questa età, il rischio di incorrere in un infortunio non letale è almeno del 50% rispetto ad altre fasce. Per non dire che un giovane potrebbe subire le conseguenze di incidenti e danni alla salute per tutto il resto della sua vita. Per questo, la campagna europea sulla sicurezza si concentra su due settori: sul luogo di lavoro, per rendere più coscienti sia i datori sia i giovani lavoratori dei rischi di infortunio, ma anche sul mondo dell’istruzione, nelle scuole e università, proprio per ‘inculcare’ una cultura della prevenzione. Con tanto di opuscoli informativi, sito web dedicato (http://ew2006.osha.eu.int), premi di buone prassi, concorsi per videoamatori nelle scuole e tante manifestazioni e attività in tutta Europa. L’istruzione nel campo della sicurezza sul lavoro, infatti, secondo l’Agenzia, non deve essere rimandata a quando i giovani entreranno nel mondo professionale, ma deve essere integrata nel curriculum scolastico, per infondere una cultura della prevenzione del rischio.
OGNI ANNO MUOIONO SU LAVORO 430 GIOVANI EUROPEI
Sono circa 43 milioni i giovani lavoratori tra i 15 e i 29 anni nell’Unione europea a 25, dei quali 5 milioni con un’età inferiore ai 20 anni. Ogni anno, circa 430 lavoratori europei con meno di 25 anni muoiono sul lavoro. E ogni anno sono 714.000 gli infortuni subiti da giovani tra i 18 e i 24 anni. Incidenti abbastanza seri da costringerli ad assentarsi per tre giorni lavorativi o più, come avviene per il 16% dell’insieme degli infortuni sul lavoro. Il tasso di incidenza di infortuni non letali ogni 100.000 lavoratori supera, per i giovani tra i 18 e i 24 anni, del 40% quello rilevato per l’intera forza lavoro. Un fenomeno che si osserva in tutti i settori dell’attività economica. E proprio i giovanissimi, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, sono i più esposti ai lavori fisicamente pesanti. Per un giovane, poi, è abbastanza frequente lavorare a velocità elevata e con scadenze pressanti. Rispetto a un lavoratore medio, i giovani hanno più probabilità di essere soggetti a movimenti ripetitivi e a brevi compiti, di essere esposti a temperature estreme e di dover sopportare rumore e vibrazioni forti sul luogo di lavoro. LABITALIA
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