Sono 1.475.111 i lavoratori parasubordinati attivi iscritti, nel 2005, all’Inps gestione separata. A questi vanno aggiunti 209.960 lavoratori con partita Iva individuale, sempre iscritti alla gestione separata dell’Inps. Un esercito, a detta della Nidl Cgil, di 1.685.071 lavoratori precari. “Finalmente - sottolinea Filomena Trizio, segretaria nazionale Nidil-Cgil - abbiamo a disposizione dati non approssimativi ed elaborati con la massima trasparenza grazie all’Osservatorio permanente sul lavoro atipico in Italia, nato dalla collaborazione di Nidil, Ires e Università ‘La Sapienza’. Attraverso le indagini è possibile leggere dall’interno questo mondo vario e, spesso, nell’ombra dell’atipico. La caratteristica dominante (80%) è la dipendenza economica dall’unico committente e in cui ci si sente (85%) lavoratore dipendente, accomunato, pur nei diversi livelli di professionalità, dal basso rendimento economico (1 su 2 guadagna meno di 1.000 euro) specie fra le donne. Un mondo fatto di lavoratori privi di diritti elementari che perde, con il passare del tempo, la fiducia in sé e nella possibilità di migliorare: forse anche per questo un mondo senza figli (82%)”. “Il superamento del dumping con il lavoro dipendente e la richiesta di stabilizzazione (insieme il 60%) - conclude Filomena Trizio - pongono, entrambe, il problema di superare l’‘abuso’ nel ricorso a queste forme di lavoro. Per il futuro, eliminando l’attuale forte convenienza economica per i datori, per il presente riportando a lavoro dipendente ciò che autonomo non è. Nel contempo la richiesta di maggiori tutele (30%) pone la necessità di rendere dignitosa e vivibile la parasubordinazione nella sua dimensione vera”. LABITALIA
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