Nel periodo 2006-2008 l’Unione europea nel suo complesso dovrebbe creare 7 milioni di nuovi posti di lavoro (5 milioni nell’area dell’euro). Ciò contribuirà ad aumentare il tasso di occupazione, che dal 63% del 2005 dovrebbe passare nel 2008 al 65%, riducendo nel contempo il tasso di disoccupazione, che dal 9% della forza lavoro, valore massimo registrato nel 2004, nel 2008 dovrebbe scendere nella Ue al 7,3% (7,4% nell’area dell’euro). E’ quanto emerge dalle previsioni economiche di autunno presentate dalla Commissione europea. Il tasso di crescita economica nel 2006 dovrebbe raggiungere il 2,8% nell’Unione europea e il 2,6% nell’area dell’euro, contro rispettivamente l’1,7% e l’1,4% del 2005. La revisione al rialzo delle previsioni economiche fa seguito ai risultati della prima metà del 2006, che si sono rivelati migliori del previsto. Questa ripresa è dovuta principalmente a una crescita robusta della domanda interna, e in particolare degli investimenti, e a una crescita mondiale sostenuta. L’attività economica dovrebbe calare leggermente nel 2007 e nel 2008, in linea con le prospettive mondiali e in particolare con il rallentamento registrato negli Stati Uniti. Tuttavia, la crescita del Pil nei prossimi due anni dovrebbe continuare ad attestarsi intorno al potenziale (Ue 2,4% nel 2007 e nel 2008; area dell’euro 2,1% nel 2007 e 2,2% nel 2008). Anche l’inflazione dovrebbe gradualmente diminuire fino a scendere nel 2008 al di sotto della soglia Bce del 2% nell’area dell’euro.
“Dopo anni di risultati deludenti, nel 2006 l’economia dell’Unione europea dovrebbe registrare i migliori risultati dall’inizio del decennio - ha dichiarato il commissario europeo Joaquín Almunia, responsabile per gli Affari economici e finanziari - e nel 2007 e 2008 dovrebbe crescere in misura prossima al suo potenziale. Ciò mostra i vantaggi delle riforme economiche e del risanamento dei conti pubblici in un contesto mondiale di forte crescita economica e dovrebbe incoraggiare gli Stati membri ad andare avanti su questa strada che è la sola che porti a una crescita economica più forte e duratura e ad un aumento dell’occupazione”. LABITALIA
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