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Damiano, cambiare legge Biagi è una priorità
08/11/2006 NP-3112

Cambiare la legge Biagi è una priorità. Ho cominciato proprio a occuparmi delle laureate e diplomate che lavorano nei call-center, poi di infortuni sul lavoro nell’edilizia, e poi ho continuato con emendamenti a favore delle lavoratrici parasubordinate in gravidanza”.
Lo ha detto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, rispondendo alle domande dei lettori del Corriere.it durante una videochat moderata da Daniele Manca, caporedattore della redazione Economia del Corriere della Sera. “A sei mesi dal mio insediamento - ha affermato - ci occuperemo di molti problemi in un grande tavolo di concertazione che riguarderà anche la legge 30. Sono contro le leggi - ha ricordato - che favoriscono i licenziamenti. Si tratta di distinguere tra buona flessibilità e precariato. L’industria moderna opera nella globalizzazione: produrre significa anche seguire la domanda, che può essere discontinua. La buona flessibilità è poter ricorrere al lavoro per far fronte alle esigenze di produzione, la precarietà è invece l’uso di lavoro pseudo-subordinato al posto di quello regolato da norme precise di subordinazione”.
“Terminata la Finanziaria - ha anticipato Damiano - uno dei punti fondamentali sarà quello degli ammortizzatori sociali, che risalgono ormai agli anni ‘60, un mercato del lavoro molto diverso da quello di oggi. In questo mercato del lavoro bisognerà investire sulla formazione, che è importante soprattutto nelle fasi in cui si dovesse essere ‘fermi’ nell’occupazione. Così da far sentire la persona che non lavora in una rete di protezione sociale. Comunque - ha ribadito - ho proposto di destinare i ricavi del cuneo fiscale alla promozione del lavoro indeterminato”.
“Dal 1° gennaio 2007 - ha ricordato - che verrà presentato al Consiglio dei ministri, verrà anticipata la riforma prevista per la previdenza complementare. Lancerò una campagna di sensibilizzazione di sei mesi - ha aggiunto - per spiegare quanto convenga aderire ai fondi pensione. Il lavoratore potrà scegliere se aderire da subito a un fondo pensione o decidere di lasciare il suo Tfr presso l’azienda se la stessa ha meno di 50 dipendenti; o altrimenti, se l’azienda ha più di 50 dipendenti, il Tfr andrà depositato al fondo presso l’Inps. Se il lavoratore non diraànulla, alla fine dei 6 mesi il suo Tfr andrà al fondo negoziale di riferimento”. Riguardo all’eventuale estensione del bonus Maroni, il ministro ha detto di non vederlo di buon occhio. “Le adesioni - ha osservato - riguardano le qualifiche più alte”.
“Non è stato un corteo amico - ha detto Damiano a proposito del corteo dei precari del governo - i Cobas e altri gruppi mi hanno riservato frasi violente. Chi siede nei banchi del governo deve sapere quello che il governo fa per il lavoro. La Finanziaria contiene molti provvedimenti contro la precarietà. Io sto con i giovani precari: il governo sta facendo molto per i giovani, per le donne e per chi perde il lavoro dopo i 50 anni e ridiventa precario”. Damiano ha poi aggiunto di aver “ricevuto molta solidarietà dal basso, meno dall’alto”. “Per far entrare in Finanziaria le norme per la stabilizzazione del lavoro nero - ha ricordato il ministro - ho minacciato di non votarlo se non fossero state inserite. Ricevo molte contestazioni perché sto cambiando le cose con il consenso delle grandi associazioni”.
LABITALIA

smile99

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