In Italia serve un nuovo equilibrio tra politiche attive e politiche passive del lavoro. E la politica del lavoro non può più essere intesa solo come intervento sociale. Questo il messaggio lanciato al convegno ‘Quando il lavoro ricomincia. Metodi, esperienze, strumenti al servizio della continuità del lavoro’, organizzato da Italia Lavoro a Roma, presso il Palazzo dell’Informazione. Un’occasione per riflettere su come indirizzare efficacemente le risorse. Tutti i paesi europei, infatti, applicano politiche di sostegno al reddito in caso di perdita del lavoro, ma tutti si trovano a fronteggiare problemi di aumento della spesa sociale e di contenimento dei conti pubblici. Per avere un quadro completo, Italia Lavoro (agenzia tecnica per le politiche dell’occupazione del ministero del Lavoro) ha messo a confronto le politiche di otto paesi europei nella ricerca ‘Il welfare to work: modelli di intervento europei’. Lo studio, presentato durante il convegno, analizza le politiche italiane e, in modo comparato, quelle di Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Spagna, Ungheria.
Al dibattito, introdotto dal direttore generale per gli Ammortizzatori sociali del ministero del Lavoro, Matilde Mancini, e dall’amministratore delegato di Italia Lavoro, Natale Forlani, sono intervenuti Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, Maurizio Beretta, direttore generale di Confindustria, Michele Tiraboschi, direttore Centro studi internazionali e comparati dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e Carlo Dell’Aringa, docente di Economia politica all’Università Cattolica di Milano. Ha concluso il ministro del Lavoro, Cesare Damiano.
DAMIANO, A GENNAIO DISCUTEREMO ANCHE DI AMMORTIZZATORI
“E’ mio intendimento avviare, nel tavolo di concertazione che si aprirà a gennaio, una discussione che, accanto al mercato del lavoro e alla previdenza, avrà al centro i nuovi ammortizzatori sociali”. Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, intervenendo al convegno. “Gli strumenti che abbiamo a disposizione - ha continuato - sono ormai obsoleti, tarati sul modello collettivo della grande impresa e non più adatti alle tutele in un mercato in cui il lavoro flessibile è in forte crescita. Ma fare una riforma vera degli ammortizzatori sociali costa, quindi - ha avvertito Damiano - bisogna trovare un equilibrio nella distribuzione delle risorse. Per questo, le discussioni su previdenza e su ammortizzatori sociali devono svolgersi in parallelo. La politica del governo ha un obiettivo preciso, quello di aiutare i percorsi che stabilizzano il lavoro. E credo che abbiamo dato dei primi segnali”. LABITALIA
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