Si chiamano ‘Laboratori di educativa territoriale’ e sono di origine napoletana le ‘buone pratiche’ del progetto ‘Eurosocial’. I laboratori, che si inseriscono all’interno della sezione del progetto dedicata alla “Gestione dei centri educativi in contesti di violenza: prevenzione, attenzione e risoluzione pacifica dei conflitti”, rappresentano una rete costituita da 27 quartieri di Napoli e 204 operatori sociali che aiutano minori tra gli 8 e i 16 anni con problemi di disagio mentale, sociale e familiare. “Il progetto è attivo da sette anni - ha affermato la responsabile dell’ufficio Interventi di Educativa territoriale del comune di Napoli, Pina Molinari - e ogni anno ha coinvolto circa 2.000 minori. La maggior parte di loro ha tra i 10 e i 13 anni e ci viene segnalata da centri di servizi territoriali, scuole, reparti ospedalieri materno-infantili o di neuropsichiatria infantile”.
L’obiettivo dei Laboratori è, infatti, quello di offrire l’attività di un gruppo di educatori qualificati, possibilmente già presenti nelle aree in cui si propongono di operare, andando laddove si trova il bisogno, anziché aspettare che il bisogno vada dove ci sono i servizi. Quattro le aree trattate: prevenzione, sviluppo delle capacità genitoriali e sostegno al nucleo familiare, servizi ricreativi e per il tempo libero, promozione dei diritti. “I risultati ottenuti - ha concluso Molinari - sono stati buoni: molti sono tornati a scuola, hanno avuto comportamenti meno violenti tra coetanei, hanno iniziato a praticare hobby che sono stati utili per il loro inserimento lavorativo o successo sportivo”.
I ‘Laboratori di educativa territoriale’ si inseriscono all’interno del progetto ‘Eurosocial- Settore educazione’ (Eurosocial), finanziato dalla Commissione europea con l’obiettivo di aumentare, attraverso l’interscambio di esperienze, cambiamenti positivi nell’ambito delle politiche educative dei paesi dell’America Latina. LABITALIA
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