Il gap delle retribuzioni nette annue tra donne e uomini va da 3.800 euro per i dipendenti a tempo indeterminato agli oltre 10mila degli autonomi. Gli uomini hanno, infatti, in media redditi superiori rispetto a quelli delle donne in tutte le forme contrattuali: del 23% nel lavoro dipendente, 40% in quello autonomo e 24% per le collaborazioni. Sono alcuni dei dati resi noti nel corso della conferenza stampa di presentazione del programma d’azione, predisposto dal ministero del Lavoro e Previdenza sociale, in tema di parità salariale e processi di stabilizzazione delle donne nel lavoro, nell’ambito delle iniziative previste nel ‘Piano nazionale di azione per l’Anno europeo 2007 - Eguali opportunità per tutti’. All’incontro erano presenti il ministro, Cesare Damiano, e il sottosegretario Rosa Rinaldi. “I dati - ha spiegato Damiano - ci indicano che la precarietà è donna. Eppure, statisticamente le donne dispongono di livelli di istruzione maggiore rispetto agli uomini. Comunque, come ministero, ci siamo impegnati ad ‘abbattere il danno’ anche in occasione del 2007, anno europeo contro le discriminazioni. Per fare ciò, è evidente che l’azione di ricerca si collega con un’azione legislativa, che stiamo facendo. Secondo i dati Excelsior-ministero del Lavoro - ha ricordato il ministro - per la fine del 2006 i lavoratori standard rappresentano appena il 46% delle assunzioni totali. Assistiamo, quindi, a un’ansia di precarietà che pervade non solo i giovani e gli over 50 che hanno perso il lavoro, ma anche le donne. A conclusione dell’iter della Finanziaria, comunque, abbiamo un pacchetto robusto di azioni, compresi gli altri emendamenti proposti dal passaggio della legge dalla Camera al Senato. Mi riferisco all’aumento delle tutele per la maternità, al miglioramento delle tutele per le gravidanze a rischio e per le malattie, per la prima volta estese agli apprendisti. Quando parliamo di rendere il lavoro stabile - ha osservato Damiano - intendiamo premiare il lavoro che diventa tale. Per questo, abbiamo voluto privilegiare ulteriormente le imprese del Mezzogiorno che stabilizzano, in particolare, le donne. Gli incentivi per le assunzioni, infatti, già di per sé maggiori per le regioni del Sud, aumentano quando interessano le lavoratrici”. LABITALIA
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