Nel 2005 i titolari di pensione ammontano a 16.560.879, per una spesa complessiva di 214.881 milioni di euro, con una crescita del 3,3% rispetto all’anno precedente. Le donne con 53% continuano a battere gli uomini per numero di pensioni, ma questi si rifanno negli importi percependo nel complesso il 55,9% del totale dei redditi pensionistici, a causa del maggiore importo medio delle loro entrate pensionistiche (15.451 euro rispetto ai 10.783 euro percepiti in media dalle donne). E’ quanto emerge dal rapporto dell’Istat sulle pensioni sulla base dei dati disponibili nel casellario generale relativo a tutti gli istituti previdenziali. Continua a crescere il numero dei percettori di due pensioni e di quelli con almeno tre pensioni (+0,2 punti percentuali). Sempre nel 2005, il 68,4% percepisce una sola pensione, il 24,2% ne cumula due e il 7,4% è titolare di almeno tre pensioni. Ancora troppi baby pensionati in Italia. Nel 2005, ogni 100 lavoratori attivi c’erano 71 pensionati di cui il 27,7% di età compresa tra 40 e 64 anni e il 3,6% con meno di 40 anni. Il rapporto attivi/passivi, spiega l’Istat, è maggiore nel Mezzogiorno (78 pensionati ogni 100 occupati) e inferiore nelle regioni settentrionali, dove il rapporto di dipendenza è di 67 a 100. In generale, comunque, l’Istituto nazionale di statistica spiega come il trend, tra il 2000 e il 2005, è diminuito, passando da 74 a 71 pensionati ogni 100 occupati. Differenze territoriali si rilevano anche riguardo agli importi medi dei redditi pensionistici: sono più elevati nelle regioni settentrionali e in quelle centrali (rispettivamente, 105,4% e 106,4% della media nazionale) e inferiori nelle regioni del Mezzogiorno (87,5% rispetto alla media nazionale). Il 68,7% dei pensionati ha 65 anni e più e il 19,2% del totale è costituito da persone con età superiore a 79 anni, tuttavia, una quota consistente di percettori ha un’età inferiore a quella normalmente individuata come soglia della vecchiaia (65 anni): infatti, il 27,7% dei pensionati ha un’età compresa tra 40 e 64 anni e il 3,6% ha meno di 40 anni. Quest’ultima quota resta superiore per gli uomini (4,3%) rispetto alle donne (2,9%). Sono però proprio i baby pensionati a percepire il più elevato importo medio dei redditi pensionistici: per la fascia di età compresa tra 40 e 64 anni il mensile è stato di 13.730 euro (valore superiore del 5,8% rispetto a quello medio generale). REGIONE PUGLIA
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