Una task force di 50 ’agenti anti-discriminazione’ aiuterà gli imprenditori artigiani, immigrati e non, a combattere e prevenire il fenomeno che, anche in Italia, continua a colpire gli stranieri che si avvicinano al nostro mondo del lavoro. Al call center istituito circa due anni fa dal ministero delle Pari Opportunità presso l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar), infatti, sono arrivate 5.000 segnalazioni di episodi di diritti negati, 500 delle quali sono sfociate in attivazioni di procedure. La task force è stata istituita dalla Confartigianato attraverso il progetto Ahead (Accompanying Handycraft Enterpreneurs Against Discrimination), presentato stamane a Roma e realizzato in partnership con l’Istituto psicoanalitico per le ricerche sociali (Iprs), Il Sole 24 Ore, Unicredit e Panafrica. “Da febbraio -ha spiegato Matilde Di Venere, responsabile per Confartigianato del progetto - 50 colleghi delle sedi territoriali e del patronato Enapa di Trieste, Milano, Bologna, Ancona, Bari e Palermo, saranno in aula per fare formazione proprio per conoscere e aiutare a prevenire atteggiamenti discriminatori”. La squadra degli “agenti anti-discriminazione” sarà a disposizione sul territorio sia degli imprenditori sia dei lavoratori. Attivati anche una piattaforma di e-learning, cui è affidato il compito di creare una comunità che dialoga sul tema e un sito informativo (cui si accede da un link in home page del sito web della Confartigianato). “Nell’ultimo anno le imprese gestite da immigrati sono aumentate del 38%, raggiungendo quasi la cifra di 131.000. Inoltre, da una nostra indagine, sull’imprenditoria immigrata risulta che circa 57.000 imprese a conduzione straniera sono collocate nell’ambito dell’artigianato e nel 2005 il saldo tra natalità e mortalità delle imprese risulta positivo solo per merito delle imprese di immigrati”. Così Tullio Uez, vicepresidente vicario di Confartigianato, definisce il contesto che ha portato all’attuazione del progetto, che, aggiunge, “prepara il nostro sistema a fornire risposte adeguate a questi nuovi bisogni emergenti nella nostra società”. LABITALIA
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