Sono ancora troppe poche le donne ai vertici delle aziende e nelle posti di responsabilità in Italia. In occasione dell’Anno europeo delle pari opportunità, LABITALIA ha intervistato tre imprenditrici di successe, che sono riuscite a conciliare la carriera e la vita famialire: Marina Salomon, Giannola Nonino e Paola Patti. In Italia, è quasi più facile “fare l’imprenditrice che la manager, a causa di un pre-giudizio maschile cui sono sottoposte le donne che fanno carriera in azienda”. Così Marina Salomon, imprenditrice veneta (ha fondato Altana S.p.a., tra le maggiori aziende europee di abbigliamento per donna e bambino e ha assunto assieme al padre il controllo della Doxa, la maggior società italiana nel settore delle ricerche di mercato), parla con LABITALIA del divario che ancora esiste nei Consigli di amministrazione fra i rappresentanti del genere maschile e femminile. “Ci sono almeno tre fattori - spiega - che influenzano la situazione: uno è il fatto che noi abbiamo una storia economica più recente rispetto ad altri Paesi e da qui consegue una linea più ’tradizionale’ del governo delle aziende. E’ insomma il modello del capitalismo familista, che ha sempre privilegiato il maschio”.
Ma, a onor del vero, dice Salomon (sposata con Marco Benatti, imprenditore nel settore media e new economy, e mamma di 4 bambini), “anche in altri settori non va meglio”. Incarichi al vertice preclusi, afferma, anche per le donne della “politica, del giornalismo e della finanza”. L’altro fattore che impedisce alle nostre manager di affermarsi è “la mancanza di un’adeguata organizzazione sociale”. “In Francia - ricorda l’imprenditrice - lavora il 50% di donne in più che da noi eppure si fanno molti più figli. Perché? La risposta è semplice: sono tre secoli che la società francese si organizza anche per aiutare le donne che lavorano”.
L’ultimo fattore di ostacolo che Salomon cita è “una scarsa autostima”, ma, tiene a sottolineare, “è veramente in fondo alla lista”. “Sto scoprendo - dice ancora - che molte donne hanno come una consapevolezza di non potercela fare, pur se molto dotate, mentre molti uomini, al contrario, hanno una grande autostima. E a volte - sottolinea - non giustificata”. Insomma, per le donne manager “è tutto un mondo che deve evolversi”. E ricorda che “ancora oggi una dirigente d’azienda non ha la maternità pagata dallo Stato, ma dall’azienda stessa”. “Sono a favore della proposta Bonino di unificare per tutti, donne e uomini, l’età pensionabile, ma - conclude - dobbiamo dare in cambio alle donne quegli strumenti di flessibilità quando a loro servono, cioè quando sono giovani”. E, sull’Anno europeo delle Pari opportunità che si celebra nel 2007, avverte: ’’Sono contro le celebrazioni, che in genere mi preoccupano e che possono rappresentare solo una splendida foglia di fico”.
NONINO, SU DONNE IN CDA IN ITALIA MENTALITA’ ARRETRATA
Giannola Nonino, imprenditrice a capo della storica azienda friulana di grappe a netta prevalenza femminile (“e del resto la grappa è femmina”, dice), parla con LABITALIA della scarsità delle donne nei Cda aziendali. “Bisogna distinguere - afferma Nonino - tra aziende di famiglia o aziende pubbliche o extrafamiliari. Fino a qualche decennio fa c’era una mentalità maschilista, arretrata, dove, anche se una figlia femmina dimostrava di avere maggior talento dei figli maschi per diritto di ’sesso’, il predestinato a succedere al padre nella gestione aziendale era sempre il figlio maschio”. Ora questo fortunatamente sta cambiando e sempre più donne fanno parte dei Cda delle aziende di famiglia anche con ruoli di comando. Per quanto riguarda, invece, il ramo sia pubblico che privato (caso tipico le banche), le donne fanno fatica ad emergere e in ogni caso devono sacrificare alla carriera una bella fetta di vita privata”.
Nonino spiega che “le donne che lavorano nella propria azienda possono materialmente organizzarsi la giornata lavorativa, conciliando i tempi di lavoro e della famiglia”. Una cosa impossibile quando si lavora in aziende altrui. Tuttavia, Nonino sottolinea come la qualità del lavoro in Italia sia ancora “migliore che altrove”. “Conosco figlie di mie amiche - aggiunge - che lavorano con ruoli di alta responsabilità nel campo della finanza, a New York e a Londra, e che conducono una vita durissima, dimenticandosi totalmente la vita privata”. “Credo fermamente nel successo della donna - sottolinea l’imprenditrice friulana, che guida l’azienda con il marito Benito e le figlie Cristina, Antonella e Elisabetta - anche se la donna per raggiungerlo, a parità di intelligenza dell’uomo, deve avere e dimostrare maggiore capacità, determinazione, spirito di sacrificio ed essere conscia che per investire nel suo lavoro dovrà penalizzare parte della sua vita privata, in particolare del suo ruolo di madre e moglie”. Il 2007 è stato proclamato dall’Unione europea Anno delle Pari opportunità. “Un anno solo?”, chiede perplessa Nonino. “Francamente - ammette - è un po’ pochino per sperare di cambiare le cose”. LABITALIA
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