Nel 2005, il valore della produzione delle prime 50 imprese di costruzioni in Italia è cresciuto di 15.700 milioni di euro, +7,6% rispetto al 2004. Un dato che segnala un rallentamento rispetto alla crescita registrata tra il 2003 e il 2004 (+13,4%). La produzione nelle grandi imprese edili rappresenta, nel 2005, l’11,4% del mercato totale nelle costruzioni, contro il 12,4% dell’anno scorso. Pesa, sul risultato di questo anno, il dato negativo di Impregilo, in via di recupero nell’esercizio 2006. Sono alcuni dei dati presentati, per il secondo anno, da Fillea Cgil con l’Osservatorio ’Grandi Imprese e Lavoro’. Uno studio, presentato a Milano, che analizza l’andamento economico e produttivo delle prime 50 imprese di costruzione italiane, con l’obiettivo di approfondire alcune caratteristiche del sistema imprese del settore. Per la Fillea Cgil, continua lentamente il processo di crescita interna e di aggregazione delle maggiori imprese italiane di settore. Se consideriamo la distribuzione delle imprese per classi di fatturato, quelle con oltre 500 milioni di fatturato sono sette (due più dell’anno scorso) e sono in grado di produrre oltre il 40% del valore totale della produzione delle prime 50, quasi il 5% di quello dell’intero settore. Alle giàcollaudate Impregilo, Astaldi, Condotte, Pizzarotti e Cmc si aggiungono Coopsette e Unieco. Aumenta, in numero e fatturato, la classe 300-500 mln di euro, a scapito della classe successiva (200-300 mln di euro); diminuiscono per fatturato complessivo e importanza le imprese sotto ai 100 mln di euro.
Pochi cambiamenti riguardo alla localizzazione territoriale delle sedi legali: 34 società sono ubicate al Nord (68% del campione, erano 33 nel 2004), concentrate nel milanese (dove ha sede Impregilo) e in Emilia Romagna (dove dominano le cooperative), 12 risiedono nell’Italia centrale (24%, erano 13 nel 2004), con grande prevalenza a Roma, infine soltanto 4 (come nel 2004) hanno sede nel Sud (Matarrese e Dec a Bari, Toto a Chieti, De Lieto a Napoli). LABITALIA
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