L’Ispesl rafforza la sua disponibilità a supportare il governo centrale, le regioni e il Servizio sanitario nazionale nell’offrire consulenza e assistenza tecnico-scientifica per migliorare le tecniche di misura dei rischi, ma anche delle metologie di ‘risk management’ applicate ai settori che registrano il maggiore numero di incidenti mortali”. E’ quanto dice a LABITALIA Antonio Moccaldi, presidente dell’Ispesl (Istituto superiore prevenzione e sicurezza sul lavoro), in risposta al recente aumento degli infortuni. “In particolare, con il progetto ‘Analisi degli incidenti mortali’ - spiega - stiamo portando in evidenza i problemi legati all’organizzazione del lavoro, alla catena di appalti e subappalti e all’inserimento dei lavoratori autonomi che rappresentano sempre il punto più debole, in materia di sicurezza, unitamente alle condizioni di stress psicofisico riportato dai lavoratori”.
MANCA COSTANTE MONITORAGGIO IMPIANTI E FORMAZIONE DIPENDENTI
“Il problema degli infortuni - rimarca il presidente dell’Ispesl - non è legato solo a una cattiva organizzazione del lavoro e allo stress psicofisico, ma anche alla mancanza di un costante monitoraggio degli impianti, delle apparecchiature e dei dispositivi impiegati dai lavoratori. Questo perché la cattiva manutenzione, o peggio l’impiego non corretto derivante da una scarsa o incompleta formazione, generano altrettanti infortuni mortali. In tutto questo panorama - sottolinea Moccaldi - l’Ispesl si sta proponendo come centro di riferimento nazionale per la raccolta di tutte le informazioni che, al di là della pura informazione numerica, consente di valutare sempre meglio, sul territorio, i settori su cui devono insistere maggiormente gli organi di vigilanza”.
Moccaldi ricorda, inoltre, che “l’Ispesl ha manifestato la propria disponibilità a realizzare, con le regioni e le Asl, i registri nazionali di tutti i lavoratori esposti ai più significativi rischi chimico, fisici e biologici”. “Per l’Ispesl - osserva - solo attraverso questa rete nazionale si potrà avere una visione più chiara e incisiva delle azioni da intraprendere. Si tratta di azioni - conclude il presidente dell’Istituto superiore prevenzione e sicurezza sul lavoro - che si accompagnano a quanto il governo già sta facendo in termini di controlli più stringenti sul lavoro, sulle lavorazioni cosiddette anomale e sul sommerso”. LABITALIA
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