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Confartigianato, in Italia oltre 626mila gli ‘abusivi’
17/05/2007 NP-3302

Sono 626.700 i titolari di imprese ‘fantasma’ in Italia (470.300 al netto dell’agricoltura). Lavoratori in proprio che esercitano attività completamente abusive, spesso assumendo addirittura personale, ovviamente nell’illegalità. Si calcola che siano 1.103.121 i dipendenti ‘sommersi’ di imprenditori abusivi, da non confondere con gli addetti in nero di aziende comunque regolarmente registrate e operanti. Un business, quello dell’abusivismo, che tocca le attività più varie, dal tassista al venditore ambulante, e che genera un’evasione fiscale e contributiva equivalente a 16,8 miliardi di euro. A stimare l’entità degli ‘abusivi’ in Italia è l’Ufficio studi di Confartigianato, sottolineando come si tratti di un ‘esercito’ che “fa concorrenza sleale alle imprese regolari, determinando l’evasione di imposte dirette quali Irpef e Irap, di imposte indirette quali l’Iva, di contributi previdenziali e assicurativi, Inps e Inail, e di contributi camerali”. Inoltre, aggiunge Confartigianato, “queste posizioni, quando ‘assumono’ personale, lo fanno nella completa illegalità, determinando un’ulteriore evasione di imposte dirette, indirette e contributi sociali e previdenziali”. E quello degli ‘abusivi’ è un fenomeno fortemente in crescita, mentre mostra una contrazione il lavoro dipendente irregolare. Infatti, il lavoro irregolare indipendente, tra il 2000 e il 2004, è cresciuto del 3,5%, contro una diminuzione del lavoro irregolare dipendente del 13,5%. MAGGIORE PRESENZA IN SETTORE TRASPORTI Nel suo complesso, il tasso di irregolarità della nostra economia, secondo la stima di Confartigianato, è dell’11,5%. E’ significativamente più alto in agricoltura, dove raggiunge il 18,3%, seguita dal comparto dei servizi con il 12,4% e delle costruzioni con il 10,8%. Nel manifatturiero, invece, si riscontra il 3,8% di unità di lavoro irregolari. Focalizzando l’attenzione sull’attività degli abusivi, si osserva che il settore che vede una maggiore presenza di lavoratori autonomi ‘fantasma’ (sul totale al netto dell’agricoltura) è quello dei trasporti, con il 31%. Seguono la sanità e altri servizi sociali con il 13,8%, l’istruzione con il 13,6% e le costruzioni con l’11,1%. Insieme, questi quattro settori ricomprendono circa 7 autonomi irregolari su 10. Una minore incidenza si riscontra in settori, che comprendono numerosi mercati su cui operano gli artigiani, quali le attività di riparazioni e i servizi alla persona. In particolare, la percentuale è pari all’8,3% negli alberghi e pubblici esercizi, al 7,5% nel commercio all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni, al 6,7% in altri servizi pubblici, sociali e personali. Inferiore la quota nelle attività immobiliari, professionali, imprenditoriali e noleggio (2,3%), nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (2,1%), nelle industrie tessili e dell’abbigliamento (0,6%).
LABITALIA

smile99

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