Favorire l’inserimento lavorativo con l’attivazione di tirocini destinati ai beneficiari del provvedimento di indulto varato dal Parlamento. E’ questo l’obiettivo del progetto ‘Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto’, presentato nel corso di una conferenza stampa presso il Palazzo della provincia, che sarà realizzato da Italia Lavoro, comune e provincia di Bari. Nella provincia di Bari i beneficiari dell’indulto sono stati 596, dei quali 545 italiani e 51 stranieri. Il progetto, che coinvolge 14 aree metropolitane nazionali (Torino, Milano, Venezia, Genova, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cagliari, Catania, Messina, Palermo), mira a promuovere il reinserimento lavorativo per complessivi 2.000 ex detenuti selezionati dagli sportelli territoriali presso i centri per l’impiego, attraverso la possibilità di seguire tirocini formativi di 6 mesi. Per i tirocinanti è previsto un sostegno al reddito pari a 450 euro mensili per la durata del tirocinio, ma anche le aziende e le imprese cooperative che li ospiteranno riceveranno un contributo di 1.000 euro per le attività di formazione, a fronte di assunzioni a tempo determinato di almeno 12 mesi o a tempo indeterminato. Qualora un’azienda dovesse assumere un tirocinante prima della fine del suo percorso formativo, i contributi mensili per i mesi di tirocinio non svolti andranno all’impresa stessa.
“Con ‘Indulto’ - ha spiegato l’assessore alla Solidarietà della provincia di Bari, Antonello Zaza - abbiamo un progetto che mira ad attivare percorsi di formazione tesi a importanti azioni di inclusione favorendo occasioni di lavoro per una fascia di cittadini del nostro territorio, al fine di dare loro una chance di reinserimento nel tessuto sociale”.
“Non si tratta di un intervento di tipo assistenziale - ha detto Giovanna Gorini, coordinatrice del progetto - ma di un progetto che offre reali opportunità di reinserimento nel mercato del lavoro. Per la raccolta delle domande di adesione, sono stati attivati tutti i centri per l’impiego del territorio e siamo riusciti a costruire un importantissimo lavoro di rete, anche con gli uffici del ministero della Giustizia, il Prap (Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria) e l’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna), che hanno dato un contributo fondamentale”. LABITALIA
|