Superare il sistema dei Cpt, favorire l’incontro ’regolare’ tra la domanda e l’offerta di lavoro straniero, adeguare la durata del permesso di soggiorno alla realtà del mondo del lavoro, creare una corsia preferenziale per l’accesso dei lavoratori qualificati, rendere effettivi i rimpatri incentivando la collaborazione dell’immigrato. Sono gli obiettivi del disegno di legge delega di riforma del testo unico sull’immigrazione varato definitivamente dal Consiglio dei ministri, che introduce nuove figure come lo ’sponsor’ per l’immigrato ed accorda il diritto di voto amministrativo. FLUSSI, LE QUOTE DIVENTANO TRIENNALI: In base al ddl Amato -Ferrero che riforma la legge Bossi-Fini, il meccanismo di determinazione dei flussi viene rivisto prevedendo una programmazione triennale delle quote di stranieri da ammettere. La riforma introduce tra l’altro un canale privilegiato per l’immigrazione di lavoratori altamente qualificati.
LISTE DI COLLOCAMENTO ALL’ESTERO: La nuova normativa prevede la creazione di un sistema di liste alle quali potranno iscriversi i cittadini stranieri che intendano fare ingresso in Italia per lavoro, anche stagionale. Si tratterà di una sorta di collocamento all’estero per lavoratori stranieri: le liste saranno tenute presso le rappresentanze diplomatiche o presso enti e organizzazioni internazionali con sedi nei Paesi di provenienza degli immigrati.
SPONSOR: La riforma introduce la figura dello ’sponsor’, che potrà far entrare per lavoro in Italia l’immigrato iscritto nelle liste, fornendo garanzie sul suo sostentamento e sul suo eventuale rimpatrio. Un ruolo che potrà essere rivestito da enti e organismi istituzionali, associazioni imprenditoriali e professionali, sindacali e istituti di patronato.
DURATA DEI PERMESSI DI SOGGIORNO: La riforma allunga la durata dei permessi di soggiorno: quelli legati a lavori a tempo determinato, che oggi hanno una durata pari a quella del relativo contratto di lavoro, saranno rilasciati per uno o due anni a seconda se il contratto sia di durata inferiore o superiore ai sei mesi. Quelli rilasciati per contratti a tempo indeterminato o per lavoro autonomo avranno invece una durata di tre anni (con la normativa attuale sono due anni). Il rinnovo del permesso sarà rilasciato per un periodo pari al doppio di quello previsto per il primo rilascio. La riforma estende poi ad un anno il tempo in cui l’immigrato che perde il posto di lavoro resta iscritto ai centri per l’impiego.
PIU’ COLLABORAZIONE PER ESPULSIONI EFFETTIVE: Per rendere effettive le espulsioni sarà ricercata la collaborazione dello stesso immigrato. Il ddl Amato-Ferrero introduce quindi programmi specifici di ’rimpatrio volontario e assistito’, ai quali potranno accedere gli immigrati che collaborano alla propria identificazione. L’istituto-cardine del nuovo sistema è il Fondo nazionale rimpatri, destinato a finanziare i programmi di rimpatrio volontario e alimentato con i contributi dei datori di lavoro e dei garanti-sponsor.
ACCORDI DI RIAMMISSIONE: Viene comunque ribadita la necessità di un apparato sanzionatorio efficace e credibile. Un punto cruciale riguarda gli accordi di riammissione con gli Stati di provenienza degli immigrati clandestini e il governo continuerà a lavorare per aumentare il numero dei Paesi coinvolti. L’Italia ha già chiesto che sia l’Europa a stabilire il principio per cui aiuti e immigrazione legale per ogni singolo Paese siano legati all’esistenza di un accordo di riammissione.
CPT: Sulla base delle indicazioni della Commissione de Mistura, la nuova normativa prevede una revisione del sistema dei Centri di permanenza temporanea. Verrà innanzi tutto interrotta la continuità tra carcere e Cpt con nuove procedure per identificare gli stranieri durante la detenzione senza farli passare per i Centri. Le stesse strutture dovranno trasformarsi in centri di accoglienza non a carattere detentivo, in un quadro di collaborazione con gli enti locali, le Asl e le organizzazioni umanitarie. Sarà mantenuto in servizio un numero limitato di strutture ’per l’esecuzione dell’espulsione’, nelle quali saranno trattenuti soltanto gli immigrati che non collaboreranno ai fini dell’identificazione. La ’trasparenza’ dei centri dovrà essere garantita dalla possibilità di accedere alle strutture accordata alle autorità politiche locali e alle associazioni di assistenza. LABITALIA
|