Il 47% delle forze di lavoro in Italia è composta da lavoratori irregolari, con incidenza maggiore nel settore dei servizi (56,9%) e nel Nord Italia (64%). Sono alcuni dei dati dell’Isfol diffusi a Bari in occasione del convegno nazionale promosso dal ministero del Lavoro e della Previdenza sociale ‘Le politiche del governo per la lotta al lavoro nero’. L’Isfol già dal 2004 ha avviato una serie di studi e monitoraggi delle politiche dell’emersione del lavoro sommerso e irregolare, attraverso la ricostruzione del quadro istituzionale e normativo delle azioni attivate a livello regionale e indagini di campo basate sulla differenziazione di settore e sulla classificazione di genere. E’ in fase conclusiva, inoltre, l’indagine ‘Analisi quali-quantitativa del lavoro femminile sommerso e irregolare’ che l’Isfol e il ministero del Lavoro presenteranno in autunno (1.000 questionari somministrati in 3 province: Roma, Bari, Torino e 150 interviste in profondita’ a donne che lavorano nel sommerso).
RINALDI, LOTTA LA NERO OBIETTIVO FONDAMENTALE ATTIVITA’ MINISTERO
“A partire dalla valutazione di efficacia delle politiche di cooperazione istituzionale, abbiamo deciso di predisporre la Cabina nazionale di regia sul lavoro nero, che sarà l’organo istituzionale di coordinamento e promozione delle politiche di vigilanza e contrasto del lavoro nero, nonché dei piani e accordi di emersione, secondo quanto disposto dalle nuove norme previste in Finanziaria 2007”. Con queste parole il sottosegretario al Lavoro, Rosa Rinaldi, ha aperto i lavori del convegno. “Lavoratrici e lavoratori - spiega - sono risorse essenziali per lo sviluppo economico. La lotta al lavoro nero e irregolare è un obiettivo fondamentale delle attività del ministero, perché l’inosservanza delle normative di sicurezza, lo sfruttamento di donne e uomini attraverso il lavoro illegale, che sconfina talvolta in forme di schiavitù, e l’evasione fiscale e contributiva, che colpiscono il nostro sistema economico, hanno raggiunto dimensioni intollerabili. La questione è di pubblico dominio e continua a parlare di una difficile situazione per chi lavora, oggi, nel nostro Paese. Il governo - ha proseguito Rinaldi - ha risposto sia emanando provvedimenti normativi, sia attraverso gli articoli ‘antiprecarietà’ previsti dall’ultima Finanziaria e impostando una più generale politica di analisi e concertazione con tutti gli attori sociali”. “La valutazione compiuta dall’Istat sull’economia sommersa - ha ricordato il sottosegretario - stima che, nel 2004, circa 2 milioni e 951 mila persone fossero coinvolte nel lavoro nero, valutazione preoccupante che tuttavia non tiene conto dei rapporti di lavoro parasubordinati. I dati del ministero dell’Economia sono, da questo punto di vista, clamorosi ed eloquenti: il sommerso economico ha avuto la responsabilità di un mancato gettito tributario, nel 2004, pari a 105 miliardi di euro. La Finanziaria 2007 ha subito previsto una misura di promozione della stabilizzazione dei rapporti di lavoro atipici, la nostra circolare sui call center, e un piano organico di interventi normativi già anticipati dalla legge Bersani. Il ministero ha perciò avviato una strategia articolata di emersione dal nero, focalizzata sui diritti e sulle tutele dei lavoratori e su misure di consolidamento delle imprese: metodo partecipato, crescita della cultura della legalità e sviluppo dell’azione di vigilanza e contrasto. A sostegno di queste politiche è stato varato un sistema informativo organico per coordinare e integrare i dati relativi a lavoratori e aziende raccolti da vari organismi per scopi istituzionali e amministrativi”. LABITALIA
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