Nel 2006 il mercato del lavoro italiano ha potuto contare su 425mila nuovi occupati. Un dato importante anche perché avvenuto in una fase di bassa crescita dell’Italia. Da segnalare, soprattutto, la dimensione dell’aumento dell’occupazione femminile, significativa in tutte le aree del Paese. La crescita ha interessato sia l’occupazione dipendente che la componente del lavoro autonomo. È quanto evidenzia il Cnel nell’annuale ’Rapporto sul mercato del lavoro’, presentato a Roma. Nello studio vengono analizzate le caratteristiche e le dinamiche del mercato del lavoro in Italia nel 2006 e alcune prime considerazioni sull’evoluzione del mercato del lavoro nei primi mesi del 2007. Parallelamente all’aumento degli occupati, la disoccupazione in Italia è scesa nel 2006 su valori non più osservati dai primi anni Ottanta. “Si può affermare - si legge nel rapporto del Cnel - che è in atto un miglioramento strutturale nel mercato del lavoro italiano e non solo un miglioramento ciclico: scende quello che si definisce il tasso di disoccupazione di equilibrio (Nairu)”.
BASSA CRESCITA ECONOMIA E FORTE AUMENTO OCCUPAZIONE
I dati di inizio 2007 segnalano un rallentamento della domanda di lavoro ma non segnali di ripresa della produttività del lavoro. Il Rapporto esamina la relazione tra crescita, occupazione e produttività, confrontando tre fasi storiche di uscita da un ciclo recessivo: ’80-86; ’90-’96; 2000-06. Quella attuale è caratterizzata da crescita più bassa, maggiori incrementi occupazionali, stagnazione completa della produttività. A modificare la relazione crescita-occupazione potrebbe essere stata l’evoluzione del mercato del lavoro, interessato da grandi cambiamenti demografici e normativi nel corso dell’ultimo quinquennio, che ha favorito l’ingresso di un numero elevato di nuovi lavoratori ’marginali’, dotati di minori qualifiche e con una produttività più bassa. Inoltre, le politiche di emersione hanno registrato fra i nuovi occupati alcuni lavoratori che lo erano già in precedenza ma che erano sfuggiti alle rilevazioni delle statistiche. A livello territoriale, nel 2006, migliora la dinamica occupazionale del Mezzogiorno, ma il divario con il resto del Paese continua ad essere elevato. La ragione deve essere individuata nel diverso profilo dell’offerta di lavoro, che al Sud ristagna da otto anni. LABITALIA
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