Un’evasione contributiva pari a 100 miliardi di euro. A tanto ammonta il danno causato dal lavoro nero che provoca, nelle casse dello Stato, un buco di oltre 48 miliardi di euro di mancate imposte e contributi. La stima è stata elaborata dall’ufficio studi della Cgia di Mestre sugli effetti del lavoro nero in Italia. La Cgia è stata ancora più precisa calcolando che la distribuzione del mancato incasso sugli italiani porta allo Stato una perdita pari a 840 euro a persona. La regione con più evasione è la Campania, con un imponibile sottratto al fisco pari a quasi 13 miliardi di euro, seguita da Sicilia, con 12 miliardi di euro, e Lazio con 10 miliardi, mentre la Lombardia regista 10 miliardi di euro. La Calabria detiene il record dell’imposta evasa a causa del lavoro nero, che è pari a 1.500 euro pro-capite insieme a siciliani (1.191 euro) e valdostani (1.095 euro). Non troppo distanti si trovano i campani (1.090), i pugliesi (1.036 euro), i molisani (1.033) e i lucani (1.004 euro). Chiude la classifica la Lombardia con ‘soli’ 533 euro pro capite. LABITALIA
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