Sono 727 mila le nuove adesioni esplicite ai fondi pensione arrivate con la nuova riforma del Tfr. E’ il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, a fornire il dato fotografando la situazione al 30 giugno scorso durante una conferenza stampa per un primo bilancio sulle scelte di destinazione del Tfr. “E’ un successo”, dice senza mezzi termini. “Anche l’Italia si sta allineando a quanto deciso dagli altri Paesi europei 30 anni fa. Finalmente si corona il sogno di avere una legislazione che crea una rete di fondi”, spiega. L’ultima rilevazione effettuata dalla Doxa (16 luglio 2007) ha infatti evidenziato che ben il 96% dei lavoratori dipendenti è a conoscenza della riforma del Tfr e che il 91% dei datori di lavoro ha informato i dipendenti sulle scelte da compiere. Un segnale, secondo il ministro, dell’efficacia dell’intensa campagna di comunicazione lanciata nel mese di giugno, e che ha mandato in onda 7 mila spot televisivi e 30 mila spot radiofonici, ha risposto a 150 mila chiamate al numero verde e a 7 mila e-mail ricevute. Per non parlare dei prodotti editoriali, tra cui una brochure fatta in collaborazione con l’Inps e distribuita in 14 milioni di copie.
Ma veniamo alle adesioni. “La Doxa ci informa - ha spiegato il ministro - che il silenzio-assenso ha riguardato solo il 10-15% dei lavoratori dipendenti, una dimensione limitata come avevamo previsto”. “Le persone hanno saggiamente scelto’”, ha sottolineato Damiano. I numeri però sono ancora ’in progress’ (dati più certi si avranno a settembre), ma la tendenza si può così sintetizzare. Al 30 giugno 2007 sono 727 mila le nuove adesioni esplicite ai fondi pensione, di cui 372 mila ai fondi negoziali; 200 mila a quelli aperti e 155 mila ai piani d’investimento previdenziali (pip). Complessivamente, quindi, rispetto ad una platea di circa 12 milioni e 200 mila potenziali aderenti ai fondi che il ministero spera di raggiungere nel tempo e considerando che alcuni fondi si sono appena costituiti e dunque non sono ancora attivi ‘a regime’, al 30 giugno risultavano iscritte ai fondi negoziali oltre 2 milioni di persone, pari al 23,6% (era il 13,3% prima dell’entrata in vigore della riforma). A questo va sommato un altro 10%, pari a 1 milione e 200 mila lavoratori, che si sono avvalsi del silenzio-assenso facendo confluire il proprio Tfr maturando ai fondi negoziali in forma tacita, e che sara possibile ’contabilizzare’ solo a settembre. “Nell’insieme - ha ribadito il ministro - si arriva a un tasso di adesione del 34-35%, in linea con le previsioni di arrivare entro fine anno ad un tasso di adesione complessiva del 40%”. "Finalmente - ha concluso il ministro - si corona il sogno di avere una legislazione che crea una rete di fondi. Questo non è che un primo bilancio: il 30 giugno era uno spartiacque visto che ‘la vita continua’ e nei prossimi 30-40 anni le persone continueranno ad aderire ai fondi”. Ma Damiano non nasconde le criticità che ancora rimangono da affrontare: “Innanzitutto bisogna continuare a lavorare con i giovani e incoraggiarli a scegliere. Poi le piccole e piccolissime imprese”. Infatti nei settori in cui vi è una ampia diffusione di imprese artigiane, nel settore del commercio, del turismo, dei servizi e delle piccole imprese, i dati di adesione sono molto bassi, inferiori al 5% nonostante il potenziale bacino di utenti sia ampio, superiore ai 5 milioni di lavoratori. Quanto di carenza di informazione e quanto di ’moral suasion’ da parte delle microimprese per spingere i lavoratori a far restare il Tfr in azienda vi sia, è per ora sconosciuto, anche se il ministero promette di concentrare "grande attenzione" al problema. LABITALIA
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