Arriverà presto, con la Finanziaria 2009, il primo ’bilancio di genere’ nazionale. Uno strumento di governo, quello del ’gender budget’, che l’Unione europea ha raccomandato in due risoluzioni agli Stati membri come ormai imprescindibile, soprattutto in considerazione dell’attuazione di politiche antidiscriminatorie nel 2007, Anno europeo per le pari opportunità. Ora, grazie a una convenzione tra il ministero per i Diritti e le Pari Opportunità e l’Isfol per il biennio 2007-2009, il gender budget approderà nelle prossime due programmazioni finanziarie ed economiche italiane. E, se per la Finanziaria 2008 (quella appena approvata in Consiglio dei ministri) si farà un’analisi della distribuzione delle risorse anche con una logica di impatto di genere, nella manovra successiva (che interesserà il 2009) sarà già possibile scrivere i bilanci tenendo presente il rispetto e la valorizzazione delle pari opportunità.
“Si tratta di uno strumento indispensabile - ha detto il sottosegretario ai Diritti e alle Pari Opportunità, Donatella Linguiti, presentando a Roma l’iniziativa - e non solo da un punto di vista ’contabile’. I bilanci non sono solo semplici strumenti economici, ma strumenti con cui la politica decide le priorità di intervento, in base alle esigenze dei cittadini. Ma la cittadinanza - ha avvertito - non è neutra e di fatto molti diritti delle donne vengono ancora oggi trascurati”.
ALLO STUDIO PROPOSTA DI LEGGE PER CODIFICARE BILANCIO GENERE
“L’Isfol - ha spiegato Elena Murtas, ricercatrice dell’Istituto - già dal 2003 si occupa di bilanci di genere, a livello locale. Le prime sperimentazioni sono partite nelle province di Genova, Siena e Modena, per poi allargarsi progressivamente. Attualmente - ha aggiunto - sono 12 le province coinvolte a vario titolo in esperienze di gender budget, insieme a tre regioni (Emilia Romagna, Marche e Piemonte) e vari comuni”. La convenzione tra Isfol e ministero per i Diritti e le Pari Opportunità prevede anche un’azione mirata all’individuazione dello strumento normativo migliore per far diventare il bilancio di genere una prassi a tutti i livelli legislativi (regioni comprese). ’’Sulla Finanziaria 2008 - ha specificato Murtas - faremo un lavoro di analisi, mentre per il prossimo anno si cercherà di intervenire direttemente”. A essere monitorate attentamente da un comitato di esperti e studiosi dei settori bilanci e pari opportunità saranno alcuni capitoli di spesa, come pubblico impiego, trasporti, pensioni, lavoro, agricoltura o ambiente. “Prenderemo in considerazione anche le voci apparentemente più distanti dalla problematica dell’affermazione delle pari opportunità - ha detto il sottosegretario Linguiti - proprio perché bisogna cominciare dagli aspetti meno conosciuti e trascurati per agevolare la conciliazione tra lavoro e famiglia e valorizzare tutto quel lavoro delle donne che, come il tempo dedicato a cura e assistenza, non viene né riconosciuto né valorizzato”. LABITALIA
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