Sarebbero stati almeno 50 mila, secondo gli organizzatori, i docenti e il personale della scuola che il 27 ottobre hanno sfilato per le vie di Roma. Una manifestazione indetta da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, in occasione dello sciopero della categoria, all’insegna dello slogan ’Per una scuola pubblica di qualità, riconoscere e valorizzare il lavoro’. Obiettivo dell’iniziativa “un messaggio chiaro a Fioroni e a Prodi: sulla scuola non si scherza”, come ha spiegato il segretario generale della Flc Cgil, Enrico Panini. “Chiediamo - ha spiegato Panini - risorse per il rinnovo del contratto. Basta parlare di scuola senza risorse, non vogliamo più essere la Cenerentola d’Europa”.Quanto al precariato, ha sottolineato Panini, “l’impegno era di mettere la parola fine con l’immissione di migliaia di precari, che hanno i titoli e per i quali i costi, oggettivamente, ci sono”. Questa, ha avvertito il segretario generale della Flc Cgil, non è comunque “una protesta estemporanea o una tantum: se non ci saranno risposte torneremo in piazza a novembre”.
“Lo sciopero e la manifestazione sono solo la prima risposta che diamo a una Finanziaria che non prevede risorse, negando lo strumento per riconoscere l’impegno e la professionalità di migliaia di lavoratori”. Così il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, ha spiegato i motivi della protesta. “Otto euro di aumento - ha detto - non è solo provocatorio, ma è anche offensivo per la scuola. Una scuola cui si chiede tanto e si dà poco. Oggi, la scuola è oggetto di bulimiche richieste di impegno e vittima di anoressiche attenzioni e cure. Il governo deve mettere in Finanziaria le risorse per il contratto ed eliminare i tagli alla scuola che mettono a rischio la funzionalità”. Per il segretario generale della Cisl Scuola, se il nostro Paese vuole “vincere la battaglia per la competitività, deve investire nella scuola e nell’istruzione: se non ci saranno risposte alle nostre richieste, il mondo della scuola tornerà in piazza”.
In piazza “c’è tanta gente, che viene da tutta Italia, tutte persone che lavorano quotidianamente con i nostri ragazzi, persone che meritano risposte”, ha affermato il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna. “Persone che meritano risposte dal governo che - ha precisato Di Menna - non possono essere promesse o parole vuote. Risposte che devono essere il cambio della Finanziaria, con lo spostamento dei fondi ai lavoratori che non possono vivere con 1.200 euro al mese. Senza risposte, la mobilitazione sarà più dura prima dell’approvazione della Finanziaria”. LABITALIA
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