Sono molte le aziende che, in provincia di Roma, hanno aderito al progetto ‘Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto’, promosso dai ministeri del Lavoro e Previdenza sociale e della Giustizia, con l’assistenza tecnica dell’agenzia governativa Italia Lavoro. Un risultato, però, ‘limitato’ dal fatto che le offerte di lavoro da parte delle imprese superano il numero dei beneficiari dell’indulto che si sono resi disponibili ai tirocini formativi. Il progetto favorisce, infatti, il reinserimento nel mondo dell’occupazione e nella società in generale solo di ex detenuti che hanno usufruito della legge sull’indulto. Per questo, gli assessori al Lavoro della provincia e del comune di Roma, Gloria Malaspina e Dante Pomponi, chiedono quindi di estendere l’azione anche a vantaggio degli ex detenuti in generale, in fine pena e in esecuzione penale esterna. “Il ruolo di Italia Lavoro, oltre a valorizzare l’apporto di attori territoriali pubblici e privati, inserendo il progetto all’interno delle politiche territoriali, è stato quello di offrire adeguati supporti tecnico-gestionali e di incoraggiare ‘’incontro con l’imprenditoria privata profit e non profit”, spiega Mario Conclave, responsabile nazionale del progetto ‘Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto’.
“Strumento utile - prosegue - è stata la promozione di convenzioni nazionali con l’associazionismo imprenditoriale, una fitta rete di rapporti informali e la loro attuazione locale. La messa a punto dell’inserimento lavorativo tramite i tirocini si è dimostrata utile per molte esperienze individuali di ex detenuti e può essere estesa al di là dei beneficiari dell’indulto”.
MALASPINA, IMPORTANTE LASCIARE APERTA POSSIBILITA’ RECUPERO SOCIALE
“L’assessorato al Lavoro della provincia di Roma - spiega a LABITALIA l’assessore Gloria Malaspina - è stato da sempre interno alle problematiche del mondo del carcere, ha partecipato alla redazione del ‘Piano cittadino permanente per il carcere’ e ha portato, da oltre un anno, i centri per l’impiego all’interno degli Istituti di pena di Roma e del Lazio, mediante l’intervento diretto dei suoi operatori. Nell’ambito delle politiche per il lavoro, dirette a questo settore dello svantaggio, abbiamo partecipato al progetto per l’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto. Nonostante le migliori intenzioni e gli ottimi presupposti, i numeri purtroppo restano bassi e non tutti i tirocini messi a disposizione per detenuti indultati nella provincia di Roma sono stati coperti”.
“Il paradosso - sottolinea l’assessore - è proprio questo: le aziende sono disponibili ma non si trovano i destinatari. I motivi sono vari: la dispersione delle persone uscite dal carcere, da una parte, e, dall’altra, la situazione sociale di degrado nella quale molti versano e che rende estremamente difficile motivare questi soggetti al lavoro. Senza dubbio, aiuterebbe il buon esito del progetto l’ampliamento del target previsto degli ex detenuti, tanto più che ormai l’indulto è già lontano. L’importante, per il bene di tutta la società, è comunque lasciare sempre aperta la possibilità di recupero sociale e reinserimento al lavoro per chi esce dal carcere”.
POMPONI, PROPOSTA A MINISTERI GIUSTIZIA E LAVORO PER ESTENDERE AZIONE
Anche l’assessore alle Politiche del lavoro e della formazione professionale del comune di Roma, Dante Pomponi, è soddisfatto dell’andamento del progetto Indulto. “Le azioni positive messe in campo dall’amministrazione comunale, in virtuosa sinergia con gli altri partner, dimostrano come si possa intervenire efficacemente - afferma a LABITALIA - per il reinserimento sociale di chi ha vissuto un’esperienza penale. Tutto ciò a beneficio non solo del singolo interessato ma dell’intera comunità. Dobbiamo tenere presente, infatti, che normalmente l’80% di chi esce dal carcere a fine pena cade nella reiterazione del reato, contro il 19% di chi ha usufruito di una misura alternativa. Quindi, se a chi vive, o ha vissuto, un’esperienza limitativa della libertà personale vengono offerti degli strumenti (come quelli messi in atto dal progetto Indulto) che gli permettono un reinserimento nella società, 4 volte su 5 l’interessato non cade nella reiterazione di reati”.
“La rete dei ‘Col’ (Centro orientamento lavoro) e in particolare il ‘Col carcere’ - precisa Pomponi - hanno appunto reso possibile un efficace supporto nel percorso di reinserimento. Ora tocca alle imprese trasformare i tirocini formativi in contratti di lavoro, beneficiando dei contributi previsti dal progetto e creare un rapporto di lavoro stabile e sicuro. Ci sono dei beneficiari dell’indulto che sono ancora in esecuzione pena in carcere. Il comune, d’accordo con il Prap (struttura regionale dell’amministrazione penitenziaria), sta cercando di estendere l’azione anche a vantaggio dei beneficiari dell’indulto ancora in esecuzione pena, nonché agli ex detenuti in generale. Abbiamo già fatto una proposta ai ministeri della Giustizia e del Lavoro e siamo in attesa di una risposta”.
“Sono molto soddisfatta dei risultati raggiunti dal progetto ‘Indulto’ - aggiunge Anna Crisà, dirigente della VI Unità’ organizzativa (Orientamento al Lavoro) del comune di Roma - e dell’apporto che abbiamo dato anche rispetto alle altre aree metropolitane che fanno parte del progetto. Il valore aggiunto dato dalle reti come il ‘Col’ è evidente: basti pensare, infatti, all’attivazione della rete che ha dato un apporto unico alla presa in carico dell’indultato e alla creazione del percorso all’accompagnamento”. DETTAGLI SU LABITALIA
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