Riforma delle professioni e verifica degli effetti previdenziali dell’unificazione dell’albo dei dottori commercialisti con quello dei ragionieri. Sono queste le tematiche aperte per la categoria, secondo il presidente della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti (Cnpadc), Antonio Pastore. “Pur essendo necessaria una riforma del settore - spiega a LABITALIA - non deve concretizzarsi una sovrapposizione tra l’attività degli iscritti agli ordini e quella delle associazioni, che genererebbe una maggiore confusione nel mercato, per effetto dell’equiparazione di soggetti aventi una formazione professionale nettamente diversa. Per quanto concerne l’istituzione dell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, va precisato che essa è stata realizzata per adeguare il mercato professionale ai nuovi percorsi formativi universitari e rappresenta la naturale evoluzione della professione di dottore commercialista”. “Gli iscritti all’albo dal 1° gennaio 2008 - precisa Pastore - non potranno che iscriversi alla Cassa dei dottori commercialisti, essendo impensabile che da un riordino del settore derivi l’estinzione di una professione, quella del dottore commercialista, la cui vitalità è rappresentata dall’elevato numero degli iscritti al registro dei praticanti e dal trend di iscrizioni alla cassa. Nello stesso tempo, si registra un trend negativo per quanto riguarda la professione di ragioniere, con le inevitabili conseguenze previdenziali per quell’ente”.
NEGLI ULTIMI DIECI ANNI RADDOPPIATO NUMERO ISCRITTI
“Nel 2004 - ricorda il presidente Pastore - la Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti ha varato una riforma del proprio sistema previdenziale, per garantire la copertura del debito implicito, originato dal metodo di calcolo reddituale e dall’esiguità dei contributi sino ad allora versati. Il 2006 è stato l’anno della prima verifica biennale di sostenibilità di lungo periodo. L’attività di monitoraggio della sostenibilità del sistema, a due anni dall’introduzione dei correttivi, è stata molto soddisfacente, poichè ha confermato le aspettative di stabilità connesse alla modifiche introdotte. Nello specifico - continua Pastore - si è registrato un forte miglioramento del grado di capitalizzazione del sistema, indicatore ritenuto fondamentale ai fini della valutazione di sostenibilità. Tuttavia, il mantenimento dopo il primo quinquennio del contributo integrativo al 4% consentirebbe il raggiungimento dell’ottimizzazione con migliori garanzie, consentendo l’adozione di misure integrative finalizzate all’erogazione di trattamenti adeguati”. Gli iscritti al 31 dicembre del 2006 sono 45.353, in presenza di 4.634 pensionati. “La Cassa -afferma il presidente - da anni registra un costante trend di iscrizioni, che ha fatto raddoppiare il numero degli assicurati negli ultimi 10 anni. Oltre al trattamento di maternità e alla polizza sanitaria in favore dei propri iscritti e pensionativi attivi, sono previsti una serie di interventi assistenziali in occasione di eventi particolari o in presenza di uno stato di bisogno (interventi chirurgici, ospitalità in case di riposo, assistenza infermieristica domiciliare, aborto spontaneo o terapeutico intervenuto anteriormente al terzo mese di gravidanza)”. LABITALIA
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