Due giorni di confronto su quanto è stato fatto e quanto c’è ancora da fare in Europa, e in Italia in particolare, per realizzare la via europea alla flexicurity. E’ quello che propone la conferenza internazionale ’Flessibili, non precari’, organizzata dal ministero del Lavoro, a Torino. “Si tratta di un’iniziativa - ha detto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, presentando la conferenza a Roma insieme alla presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso - in cantiere già da tempo, prima della crisi di governo, e che si inserisce nell’attività internazionale del ministero del Lavoro che, in questi due anni, è stata molto intensa”. Obiettivo del convegno dare risposte all’esigenza europea di sintesi tra flessibilità, necessaria alle imprese per competere sui mercati globali, e solidarietà, ponendo l’accento sulle politiche di inclusione e di coesione e sul rispetto dei diritti dei lavoratori. Su questo, a confronto politici, sindacalisti e ricercatori sociali, oltre ai ministri del Lavoro di Francia (Xavier Bertrand), Germania (Kajo Wasserhovel), Ungheria (Monika Lampert), Slovenia (Marjeta Cotman).
DAMIANO, SUI TEMI EUROPEI ABBIAMO DEFINITO UNA PRASSI
“In questi due anni - ha ricordato Damiano - abbiamo definito una prassi sui temi europei: abbiamo avviato la concertazione con le parti sociali e seminari con cadenza semestrale al Cnel. Abbiamo voluto aprire una finestra sull’Europa e come Italia abbiamo scelto di appoggiare una linea di ’flessicurezza’, che non significasse una diminuzione delle tutele delle sicurezze lavorative”. Damiano ha poi spiegato che “secondo le rilevazioni del ministero del Lavoro, in Italia, il lavoro flessibile interessa il 12-13% circa degli occupati”.
Si tratta, ha sottolineato il ministro, “di un dato allineato agli standard europei”. “La differenza - ha rimarcato - è che in Italia si rimane troppo a lungo nella condizione flessibile e questo aiuta l’identificazione della flessibilità con il precariato”.
BRESSO, FLESSIBILITA’ NON È SOLO DANNO MA ANCHE POSSIBILITA’
“Un convegno per confrontarci sul tema della flessibilità, che riguarda in particolare (ma non solo) il mondo giovanile”. Così ha esordito Mercedes Bresso, presidente della regione Piemonte. “L’integrazione del mercato del lavoro - ha ricordato - è uno degli obiettivi da completare in Europa, perché la flessibilità non è solo un danno, ma è anche la possibilità di cambiare lavoro, posti e luoghi di vita. Oggi e domani ancora di più, un ragazzo potrà lavorare in 4-5 Paesi europei e allora si pone il problema di come possa integrare il sistema pensionistico, l’assistenza sanitaria per sé e la famiglia. Insomma, è importante che su questo i Paesi lavorino insieme”.
Ben venga, dunque, “una riflessione sulla flexicurity, una flessibilità - ha chiarito Bresso - a cui non si accoppi la precarietà, grazie ai sistemi di formazione permanente, di riqualificazione, garantendo sistemi di sicurezza sociale per il futuro”. “Solo chi riesce ad andare in questa direzione -ha concluso- riesce a essere competitivo nel mondo”. LABITALIA
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