Governabilità, riforme, liberalizzazioni e privatizzazioni. Sono questi i quattro argomenti salienti del primo punto posto da Confindustria in un vero e proprio decalogo presentato a Milano dal presidente, Luca Cordero di Montezemolo, per una crescita economica del nostro Paese, in vista delle prossime elezioni. “Il problema numero uno del nostro Paese - ha sottolineato Montezemolo - sta nella sua governabilità, nella sua capacità di decidere, precondizioni indispensabili per la crescita”. Prima di dare lettura dei 10 punti che costituiscono il decalogo, Montezemolo ha sottolineato come si debba “dire la verità agli italiani, per quanto amara e spiacevole, anche durante la campagna elettorale”. “Non si devono alimentare attese e false speranze - ha avvertito - che poi vengono deluse, quando, giunti al governo, si fa l’ovvia scoperta che la realtà è ben diversa dai sogni contenuti nelle promesse. La popolazione italiana è perfettamente in grado di capire e sa reagire in modo deciso e impegnarsi come ha dimostrato tante volte nel passato”. Fra le proposte al primo punto del decalogo, vi è la correzione e l’integrazione alla seconda parte della Costituzione, il superamento del bicameralismo perfetto, il rapporto fiduciario monocamerale, più poteri al premier a cominciare dalla proposta e dalla revoca dei ministri, la sfiducia costruttiva, una nuova legge elettorale che consenta di scegliere chi mandare in Parlamento e riduca il numero di deputati e senatori, una riforma dello Stato che preveda un vero federalismo fiscale, l’abolizione progressiva delle province, meno regole, meno tasse e meno Stato in economia, liberalizzazioni e privatizzazioni a livello nazionale e nei servizi pubblici locali, privatizzazione del patrimonio immobiliare degli enti locali.
Commentando questi punti, Montezemolo ha sottolineato l’importanza di “dare al governo una maggiore capacità di decidere e di accrescere la responsabilità di chi decide”. “Il federalismo fiscale poi - ha spiegato - mira a ridurre il peso del debito pubblico. Puntiamo a una vera sussidiarietà dove il pubblico, a tutti i livelli, assicuri solo quelle attività che i privati cittadini non possono fare. Il federalismo fiscale è indispensabile per trasferire la responsabilità delle decisioni il più vicino possibile ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Si deve creare una concorrenza virtuosa tra regioni, su un tema fondamentale: il rapporto tra prelievo fiscale e servizi offerti a cittadini e imprese”.
Il risanamento dei conti pubblici è il secondo punto del decalogo di Confindustria che propone di giungere a questo obiettivo, anticipando al 2010 il pareggio del bilancio pubblico e la riduzione del debito pubblico, sotto il 100% del Pil, portare nel 2010 l’avanzo primario al 5% del Pil (dal 3,1% del 2007) e mantenerlo costante, elevare dal 2,5% al 3,5% del Pil la spesa pubblica per investimenti entro il 2010 e ridurre dal 39,6% al 37% del Pil entro il 2010, la spesa corrente primaria, risparmiando sulla spesa per il personale e sugli acquisti di beni e servizi.
Il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, ha poi spiegato le proposte del quarto punto del decalogo sul lavoro, contratti, salari e produttività e che riguardano soprattutto la decontribuzione e detassazione strutturale dell’intero importo dei premi di risultato, la detassazione degli straordinari, la computabilità dell’intera somma ai fini pensionistici, servizi per l’impiego più efficaci, ammortizzatori sociali moderni, per sostenere il reddito dei lavoratori nel passaggio da un lavoro a un altro, il potenziamento della formazione continua, la valorizzazione dell’apprendistato, la semplificazione delle regole del processo del lavoro e la revisione di un sistema di quote per lavoratori stranieri che favorisca l’ingresso di personale qualificato e specializzato. “Più in generale - ha commentato Bombassei - vogliamo pagare di più chi lavora di più. Va detassato, a favore dei lavoratori, il lavoro straordinario, dopo che è stata eliminata l’ingiusta sovracontribuzione a carico delle imprese”.
Capitolo a parte merita la sicurezza sul lavoro che, secondo Bombassei, ha bisogno di collaborazione, dialogo e formazione. “Occorre creare una vera e propria cultura della sicurezza - ha detto - e ci vuole una nuova attitudine alla prevenzione dei rischi da parte di istituzioni, lavoratori e imprese, che devono fare prevenzione ma che hanno bisogno di certezze sulle misure da adottare. Vanno poi unificati e focalizzati, soprattutto su attività di prevenzione i vari enti che a diverso titolo si occupano di sicurezza sul lavoro. No quindi - ha concluso - a un approccio basato solo su adempimenti burocratici e un abnorme inasprimento delle sanzioni”. LABITALIA
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