Un infortunio sul lavoro su quattro colpisce una donna. Quasi 250mila incidenti nel 2006, ovvero il 27% del totale. In alcuni settori, però, la percentuale degli infortuni che hanno colpito le donne supera quella maschile. Per esempio, tra il personale addetto ai servizi domestici 9 infortuni su 10 riguardano colf e badanti, per lo più straniere. Nella sanità i tre quarti degli incidenti colpisce donne, in genere infermiere. Mentre nella pubblica amministrazione, nel settore alberghi e ristoranti e nell’istruzione, gli infortuni femminili superano la metà del totale. Sono i dati sugli infortuni al femminile diffusi, in occasione dell’8 marzo, dall’Inail, che presto lancerà una banca dati al femminile: una sezione del sito istituzionale (www.inail.it) che, oltre ai dati sugli infortuni, prevede l’utilizzo di flussi informativi provenienti da altre fonti statistiche ufficiali, principalmente Istat e Inps. La banca dati sarà articolata in due aree tematiche: ‘donna, lavoro e società’ e ‘donna, rischi e danni da lavoro’. Negli ultimi anni gli infortuni sul lavoro delle donne sono lievemente aumentati, ma si tratta di un dato - precisa l’Inail - in linea con la crescita dell’occupazione femminile, che in cinque anni ha registrato un incremento di circa 700mila unità, superando nel 2006 i 9 milioni di donne occupate. Nello stesso tempo, gli incidenti sono passati dai 243.740 del 2001 ai 249.500 del 2006, con un costante aumento degli infortuni in itinere, ovvero quelli avvenuti lungo il tragitto casa-lavoro e viceversa. Sempre tra il 2001 e il 2006, gli incidenti in itinere sono, infatti, saliti dal 10,6% al 17% del totale degli infortuni femminili. In diminuzione, invece, le morti bianche, che nel 2006 sono state 99 contro le 127 del 2001. Nel complesso, comunque, nel 2006 gli infortuni mortali che hanno riguardato le donne sono stati il 7,4% del totale. Quanto alla fascia d’età, la più colpita è quella tra i 35 e i 49 anni, che conta quasi la metà degli infortuni occorsi alle donne e delle quasi cento morti bianche del 2006. In questa classe d’età, gli infortuni al femminile costituiscono il 28% del totale e la quota sale al 31% nella classe 50-64 anni, mentre scende al 24% per le giovani al di sotto dei 35 anni. Sul piano territoriale, invece, oltre il 60% degli infortuni femminili si verifica nel Nord del Paese, dove tra l’altro sono presenti i più grandi distretti industriali. Nel 2006, poi, 20.683 infortuni sul lavoro hanno interessato lavoratrici straniere. Le più colpite sono state le romene con 2.909 incidenti, le marocchine con 2.370 e le albanesi con 1.809. Diverso il caso delle donne ucraine, che hanno registrato meno incidenti sul lavoro (845), ma più dei loro connazionali uomini (esattamente il 52,6% del totale).
Se si guarda al resto d’Europa, secondo i dati Eurostat (che si fermano però al 2004 ed escludono gli infortuni con assenza dal lavoro inferiore a 4 giorni e quelli avvenuti lungo il tragitto casa-lavoro), in Italia si infortunano 1.554 donne ogni 100mila occupate: meno della Spagna, della Francia e della Germania, ma più della Grecia e del Regno Unito, Paese che però presenta livelli costanti di sottodenuncia. LABITALIA
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