La mutualità integrativa: è questo il tema del convegno, organizzato dall’Associazione direttori risorse umane, con il contributo di Mutua nuova sanità, che si è tenuto presso la sede della Yama a Reggio Emilia. L’incontro, che aveva l’obiettivo di capire come si stanno muovendo la contrattazione collettiva e quella aziendale sull’importante questione della mutualità integrativa, ha cercato di approfondire anche il binomio e la conseguente sinergia pubblico-privato quale presupposto per uno sviluppo organico di questo strumento al servizio dei cittadini, sempre più in grado di garantire una copertura integrativa per quelle prestazioni che il servizio sanitario pubblico non riesce a fornire gratuitamente. A sostegno delle famiglie, in particolare per quelle appartenenti alle categorie più deboli, è stato detto, è fondamentale mettere in atto la mutualità sanitaria integrativa, decisamente più necessaria della mutualità pensionistica in quanto risponde a un bisogno immediato e non può essere organizzata in modo unitario a livello nazionale, essendo la programmazione e la gestione dei servizi sanitari amministrate a livello locale. Gli stessi responsabili degli enti locali ammettono, in quest’ambito, che le risposte alle richieste della società in campo sanitario devono essere pluralistiche: occorre quindi definire nuove modalità d’integrazione fra pubblico e privato e prevedere ampi spazi all’auto-organizzazione delle famiglie nei progetti di riforma dei servizi sociali.
Due sono le scelte possibili: la prima consiste nell’adesione al sistema assicurativo, che per natura è centralista, sviluppatosi tramite accordi di carattere nazionale calati sul territorio, con prestazioni e servizi standard gestiti dalle compagnie assicurative, organizzazioni profit che investono ingenti risorse finanziaria nella sanità privata; la seconda soluzione, invece, vede protagoniste le mutue volontarie no profit, autogestite, solidaristiche e universali presenti sul territorio e quindi più idonee ad accogliere e rispondere ai bisogni dei cittadini.
Ma nella pratica il vero salto di qualità., è stato rimarcato, può scaturire solo dagli accordi fra le organizzazioni imprenditoriali che rappresentano le aziende e le organizzazioni sindacali, inserendo la materia nell’ambito delle trattative collettive per i contratti di lavoro. Ne consegue dunque, che a livello nazionale e centralizzato si dovrebbero concordare le norme generali che riguardano questo strumento, con l’indicazione di individuare sul territorio gli strumenti operativi più idonei a consentire una gestione partecipata dei cittadini attraverso le organizzazioni di rappresentanza. LABITALIA
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