La riforma degli ordini professionali è stata al centro del convegno organizzato a Roma dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ‘Professionisti e politica: confronto sulle Riforme’. Un confronto con esponenti politici al quale hanno partecipato, oltre a Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Paolo Piccoli, presidente nazionale del Consiglio nazionale del Notariato, e Raffaele Sirica, presidente Cup nazionale e presidente Ordine degli architetti, paesaggisti e pianificatori. “Questo governo - ha detto Marina Calderone - per la riforma degli ordini professionali non ha tenuto conto delle esigenze dei professionisti. Crediamo fortemente nel nostro ruolo di forza sociale, in un nostro percorso di riappropriazione. Siamo dei tecnici e il governo non può dimenticarsi di noi. Non potremo mai avallare una riforma che prevede l’annullamento degli ordini professionali. Non ci si può permettere di chiudere la porta in faccia a chi fa girare l’economia. Abbiamo esaminato tutti i programmi elettorali e, sicuramente, vediamo positivamente quelli che intervengono sul potere d’acquisto”.
DAMIANO, ABBIAMO BISOGNO DI REGOLAMENTAZIONE
In apertura del dibattito dei consulenti del lavoro è stata proiettata un’intervista al ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Cesare Damiano. “Il tema del riordino delle professioni - ha detto - è centrale, abbiamo bisogno di regolamentazione. Gli ordini devono andare in una direzione di modernizzazione”. Damiano ha anche sottolineato come siano necessarie maggiori regole in ambito di praticantato: “Bisogna considerare il futuro dei giovani nel mercato del lavoro, stimolando un’equa retribuzione per tirocini e praticantati”.
Il ministro ha poi sottolineato il positivo rapporto di collaborazione raggiunto con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro: “Il nostro è stato un rapporto di grande collaborazione, e il ruolo dei consulenti del lavoro può essere quello di anello di congiunzione tra le esigenze di competitività delle imprese e quelle di trasparenza in ambito di rapporti di lavoro”. Damiano ha poi esposto gli interventi del governo: “Abbiamo attivato la modalità della comunicazione obbligatoria un giorno prima dell’assunzione del lavoratore, in modo da evitare situazioni particolari. Abbiamo poi cercato - ha sostenuto ancora Damiano - di sostituire tutte le procedure cartacee con l’on line. La crescita importante del lavoro flessibile che dura per troppo tempo diventa precarietà”. E, sulla legge Biagi, ha precisato, “noi ne abbiamo applicato alcuni punti, come ad esempio la modalità del lavoro a progetto”.
“La missione che abbiamo messo nel programma - ha detto, invece, Roberto Maroni, presidente dei deputati della Lega e già ministro del Lavoro nel governo Berlusconi - è quella di liberare il lavoro da un eccesso di carico fiscale e di vincoli che impediscono l’aumento dell’occupazione. Liberare il lavoro anche dai formalisti, soprattutto nella possibilità di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Per fare questo, occorre applicare la legge Biagi, la Borsa Lavoro e migliorare il rapporto tra scuola e università, diminuendo il carico fiscale sul lavoro legandolo però alla produttività. Per questo, abbiamo proposto di detassare gli straordinari, gli incentivi e i premi legati all’aumento di produttività dei lavoratori”.
PICCOLI (NOTARIATO), SENZA DI NOI SI FERMA L’IMPRESA
“Bisogna fare subito la riforma delle professioni - ha ribadito il presidente del Consiglio nazionale del Notariato, Paolo Piccoli - ma con il nostro contributo. Come parte sociale abbiamo il diritto di ‘ragionare’ con la parte politica, anche perchè senza di noi si ferma l’impresa. La nostra speranza - ha aggiunto Raffaele Sirica - è che i politici parlino di più con i professionisti. Dobbiamo trasformare l’arena dei mercati, dove vince il più forte, introducendo la sussidiarietà e i diritti sociali”.
Luca De Compadri, esperto della Fondazione Studi Consulenti del lavoro, ha spiegato che “assistiamo a un bizantinismo burocratico imperante”. “Il nuovo istituto delle dimissioni on line - ha affermato - era proprio necessario? Prima di legiferare bisogna conoscere la realtà e, soprattutto, non bisogna partire dalla presunzione che l’imprenditore non si comporti bene. Stiamo assistendo a uno stritolamento della legge Biagi, come l’abolizione del lavoro a chiamata, con il risultato che la flessibilità rimane nel cassetto”.
“La riforma degli ammortizzatori sociali - ha precisato Enzo Silvestri, esperto della Fondazione Studi Consulenti del lavoro - è nevralgica per la riforma dell’intero sistema del mercato italiano. L’ammortizzatore sociale, infatti, non è solo un’integrazione al reddito, ma deve svolgere un ruolo più dinamico per il sistema. LABITALIA
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