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Almalaurea, dopo triennale 80% vuole continuare studi
30/05/2008 NP-3571

L’80% dei giovani dopo la laurea triennale vuole proseguire gli studi (il 65% con la specialistica), 43% dopo la laurea specialistica (quindi dopo cinque anni di studio) e 74% dopo la laurea a ciclo unico (un dato scontato, almeno per i laureati in Medicina). E’ quanto emerge dal ‘X Profilo dei laureati 2007’ presentato da Almalaurea. L’analisi prende in considerazione solo i laureati 2007 che hanno cominciato e terminato gli studi nell’Università riformata: 79.287 di primo livello e 21.653 specialistici biennali. “La prosecuzione degli studi - si legge nell’indagine - è un obiettivo perseguito con una determinazione da porre numerosi e seri quesiti non solo a una riforma che si era proposta di ridurre l’età di ingresso nel mercato del lavoro, ma allo stesso mondo universitario, al sistema produttivo, alla pubblica amministrazione circa la capacità di valorizzare pienamente il capitale umano formato dalle università”. Il retroterra di studi secondari superiori conferma la tendenza al maggiore accesso agli studi universitari di giovani provenienti da percorsi tecnico-professionali (dal 29,5% nel 2005 al 31% nel 2006 al 33% nel 2007) e da ambienti familiari meno favoriti. Hanno dichiarato di avere frequentato regolarmente più dei tre quarti degli insegnamenti previsti 70 laureati su cento: tra l’89 e il 91% fra i laureati del gruppo chimico-farmaceutico, di quelli nelle professioni sanitarie e dei neo-ingegneri e il 45% dei laureati del gruppo giuridico. IN RIPRESA ESPERIENZE DI STUDIO ALL’ESTERO Le esperienze di studio all’estero, ridotte con l’avvio della riforma, mostrano timidissimi segnali di ripresa. Con programmi dell’Unione europea, secondo Almalaurea, hanno studiato all’estero 5,8 laureati su cento (nel 2006 erano 5,6). In crescita sostenuta risultano all’opposto le esperienze di tirocinio e stage, che entrano nel bagaglio formativo di 61 laureati su cento (nel 2006 era il 58%). La riforma, anche per effetto della riduzione della durata legale del percorso di studi, ha contribuito ad abbassare l’età media alla laurea. Fra i quasi 80mila laureati puri del 2007, l’età media alla laurea è di 24,5 anni. Era di 24,2 anni nel 2006 e rimane comunque, nonostante la riduzione della durata ufficiale dei corsi, un’età ben lontana dai 28 anni che caratterizzavano i laureati italiani alla vigilia della riforma. L’età media alla laurea è ancora più bassa per i laureati in Ingegneria e del gruppo geo-biologico (23,5 e 23,6 anni); l’età massima è raggiunta dai laureati del gruppo insegnamento e nelle professioni sanitarie (26,7 anni), dove un maggior numero coniuga lo studio con il lavoro a tempo pieno. La quota dei laureati in corso, seppure ridottasi rispetto a quella registrata l’anno precedente (in corso, nel 2006, era il 49,2%), continua a riguardare quasi la metà dei laureati: il 44,7% si laurea in corso, un valore di cinque volte superiore al 9-10% che caratterizzava il complesso dei laureati prima della riforma. Altri 30 laureati su cento concludono entro il primo anno fuori corso. Concludono nei tre anni previsti 80 laureati delle professioni sanitarie su cento e 48 laureati su cento del gruppo chimico-farmaceutico. All’estremo opposto, restare in corso riesce possibile soltanto a 32 laureati su cento del gruppo insegnamento e a 36 su cento di quello letterario.
LABITALIA

smile99

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