Meritocrazia, premialità e trasparenza. Ma anche una diversa valutazione della produttività che dovrà essere commisurata sulla base dei risultati ottenuti dai singoli dipendenti. Queste le linee principali della riforma del lavoro pubblico e della contrattazione che il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha illustrato ai sindacati. Il tutto con l’obiettivo di “elevare gli standard qualitativi dei servizi e dei prodotti offerti ai cittadini-utenti”. In particolare, il ministro punta a introdurre “la cultura della valutazione; la modifica la disciplina delle sanzioni e il riordino delle disposizioni relative alla dirigenza pubblica”. Non solo. La produttività dovrà essere direttamente commisurata ai risultati ottenuti, sia come singolo dipendente, sia all’interno della struttura in cui opera. E, proprio in quest’ottica, Brunetta punta a modificare le modalità “di erogazione delle indennità premiali che non potranno più essere corrisposte in modo indifferenziato e a prescindere dalla qualità del lavoro svolto, ma secondo la valutazione della qualità del prodotto e dei servizi resi”. Giro di vite, poi, agli scatti di carriera, sia giuridici sia economici sulla base di automatismi dovuti all’anzianità di servizio. Per la prima volta si ancora il sistema di valutazione del personale e dei dirigenti pubblici agli standard qualitativi dei servizi erogati, che costituiscono criterio oggettivo e controllabile anche dall’esterno, dato l’obbligo di pubblicità degli indicatori di produttività e delle operazioni di valutazione, del rendimento dei dipendenti. Il procedimento di valutazione si svolge nell’ambito delle singole amministrazioni, ma viene validato e controllato da un organismo centrale istituito presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, per garantire omogeneità e efficacia delle valutazioni medesime. Ma non basta. Se un dipendente pubblico si dà malato e invece non lo è, d’ora in poi si macchierà del reato di truffa aggravata. Infatti, “si semplifica il procedimento disciplinare accelerando i termini procedimentali ed eliminando la perentorietà di quelli non strettamente attinenti al diritto di difesa”. In questo modo, si agevola, la conclusione del procedimento e l’effettiva irrogazione della sanzione. Si rafforzano, inoltre, i sistemi dei controlli medici giornalieri durante il periodo di assenza per malattia del dipendente, prevedendo anche il licenziamento del medico, se pubblico dipendente, nel caso di falsa attestazione. Novità in arriva anche per l’Aran, che si trasforma e diventa una grande agenzia per la contrattazione nel settore pubblico “dotata di ampi poteri di rappresentanza per la parte pubblica, di indirizzo e controllo della contrattazione collettiva”. La riforma della contrattazione collettiva prevederà, inoltre, una riduzione dei comparti e delle aree di contrattazione delle amministrazioni centrali; la revisione della durata dei contratti collettivi e l’allineamento tra regolamentazione giuridica e regolamentazione economica. Cambia anche la contrattazione di secondo livello che verrà collegata alla situazione economica e finanziaria dell’ente e verrà inviata alla Corte dei conti per un controllo complessivo della spesa. LABITALIA
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